Rifiuti, spesa record per gli straordinari Ama: ma la città resta sporca

Rifiuti, spesa record per gli straordinari Ama: ma la città resta sporca
di Stefania Piras
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Lunedì 27 Gennaio 2020, 00:46 - Ultimo aggiornamento: 10:32

Perché se c’è un boom di lavoro straordinario in Ama la città è sporca? È l’ennesimo mistero della municipalizzata dei rifiuti capitolina. I vertici dell’azienda stanno cercando di tenere sotto controllo la situazione dicendo che presto arriveranno nuovi mezzi. Ma i nuovi mezzi per la raccolta differenziata arriveranno solo a luglio; per ora di camion nuovi se ne contano appena sette e «sono più le volte che sono fermi che quelle che camminano», raccontano da via Calderon de la Barca. Il punto è che i corsi per guidare i nuovi camion sono stati fatti a pochissimi autisti, gli altri non sanno come funzionano e alla fine i mezzi rimangono fermi, spenti in autorimessa, inutilizzati. Risultato? La raccolta va sempre sotto stress e c’è un ricorso massiccio, anomalo a ben vedere, al lavoro straordinario che poi però gli utenti non percepiscono.

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Con il boom di ore di straordinario autorizzate nel mese precedente la città dovrebbe essere uno specchio. E invece, i cumuli di rifiuti sono sotto gli occhi tutti, tutti i giorni. Dando un’occhiata ai dati aggiornati di dicembre il fenomeno del lavoro straordinario è cresciuto progressivamente. In un mese è aumentato di colpo del 3% e quando è stato redatto l’ultimo report aziendale è stata fatta anche una previsione su quanto lavoro straordinario sarebbe servito a gennaio: in questa casella c’è scritto +6,8%. Come se avessero saputo già, in anticipo, che si sarebbe andati automaticamente in emergenza e quindi inevitabilmente sarebbe stata necessaria una chiamata alle armi straordinaria. 

LA SITUAZIONE
Dietro l’immagine del lavoro in più (lo straordinario) e quindi dei netturbini che raccolgono l’immondizia sacco per sacco a mano si cela un’aporia iniziale che manda in tilt tutto il sistema: il servizio ordinario dov’è? Perché in un mese (novembre) le ore di straordinario già altissime, 58.345, il mese dopo diventano quasi il doppio, 82.448? Ovvero oltre il 40% in più? Quanto costa questo balletto? Quasi 15 milioni di euro all’anno. Poi dipende, certo. Lo straordinario di un autista di quinto livello non costa quanto quello di un operaio di secondo livello. Ad esempio 55mila ore (quasi quelle del solo mese di novembre) costano circa un milione di euro. Per contratto di servizio sono previste 750.000 ore annue di straordinarie. Nel 2019 ne sono state autorizzate e realizzate 862.230. In soldoni 2 milioni di euro in più spesi rispetto a quanto Ama considera il tetto massimo non superabile. 

Ma dove vengono impiegate queste ore se la metà dei mezzi è ferma per guasto o manutenzione? I dati parlano di una flotta ridotta all’osso: meno della metà degli autocarri con vasca ribaltabile e costipatore è disponibili, per fare un esempio. Le spazzatrici operative nel grafico della disponibilità vanno giù del 4% in un anno intero. E la situazione non migliora: a gennaio le autorimesse del Salario e di Ponte Malnome sono crollate al 20% della disponibilità di mezzi. Solo Rocca Cencia ha tenuto botta ma non incide granché.

Una giornata tipo? La mattina ci sono centinaia di netturbini fermi, con altrettanti mezzi in autorimessa. Il pomeriggio scattano gli straordinari: via, fuori, per coprire i servizi. Le cicale diventano formiche che però lavorano comunque in modo improduttivo: può assicurare uno standard accettabile di raccolta dei rifiuti una squadra di operai che raccoglie manualmente i sacchi? Succede nelle zone più sporche ovviamente: da report dell’Ama sono il Pigneto, Montesacro, Cinecittà ma anche Monteverde. In questi municipi c’è un boom di «recupero di materiali misti», formula risibile con cui si indica una raccolta medievale: manuale e a random dei rifiuti non individuati attraverso il servizio ordinario.

La verità è che gli straordinari andrebbero monitorati: sono i capi delle autorimesse ad assegnarli e possono facilmente diventare uno strumento di potere arbitrario, e quindi potenzialmente clientelare. Ma si può leggere anche come un modo per arrotondare lo stipendio all’insù. Soprattutto «in mancanza dell’approvazione del bilancio 2017 che ha bloccato le assunzioni ma anche il premio di risultato che già era magro», sottolinea Alessandro Russo della Cgil. Fatto sta che agli straordinari non corrisponde un servizio ordinario. Ergo, accettabile. 
 

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