Cisco investe sull'Italia, inaugurato a Milano l'hub sulla cybersecurity

Cisco investe sull'Italia, inaugurato a Milano l'hub sulla cybersecurity
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Venerdì 24 Gennaio 2020, 19:33
Cisco scommette sull'innovazione e sostiene il processo di digitalizzazione del Paese. Dopo il piano di investimenti da 100 milioni di dollari avviato nel 2016 insieme al governo italiano, «vogliamo continuare a sostenere il paese in questo percorso» di innovazione, annuncia il presidente e amministratore delegato di Cisco, Chuck Robbins. Rientrato dal World Economic Forum di Davos Robbins è arrivato a Milano per l'inaugurazione del centro di innovazione sulla Cybersecurity realizzato da Cisco con l'obiettivo di porre la sicurezza cibernetica al centro del processo di digitalizzazione. «Ogni giorno intercettiamo e blocchiamo 20 miliardi di attacchi informatici nel mondo», segnala il numero uno del colosso statunitense, sottolineando che adesso il focus è sulla cybersecurity. In Italia però «le aziende in questo momento non investono tanto sulla cybersecurity», avverte la ministra dell'Innovazione Paola Pisano, che parla di «circa 3.000 euro l'anno per le piccole imprese e 20.000, 30.000 da parte delle grandi. È davvero poco». Anche perché «un Paese che vuole crescere digitalmente e non pensa alla sicurezza cibernetica mette a repentaglio la sua economia, ma soprattutto la sua libertà».

È fondamentale dunque «aumentare la consapevolezza delle aziende e collaborare tra i diversi
stakeholder». Il «Cybersecurity co-innovation center», primo in Europa dedicato a questo tema, punta proprio sulla collaborazione tra gli attori dell'ecosistema dell'innovazione.Situato all'interno del Museo Scienza e Tecnologia, almeno per  quattro anni, il nuovo centro ha l'obiettivo di creare e testare nuove idee e progetti sviluppati insieme ad aziende, università e ai partner tecnologici con una logica di innovazione aperta. «Sarà connesso con gli innovation center su scala globale - spiega l'Amministratore delegato di Cisco Italia, Agostino Santoni - quindi avremo la possibilità di condividere ed esportare buone pratiche».
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