Uccise il ladro, assolto l'oste di Casaletto Lodigiano. Mario Cattaneo in lacrime: «Sono distrutto»

Uccise il ladro, assolto l'oste di Casaletto Lodigiano. Mario Cattaneo in lacrime: «Sono distrutto»
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Venerdì 24 Gennaio 2020, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 19:21

Mario Cattaneo assolto dall'accusa di eccesso colposo di legittima difesa per aver sparato con un fucile e ucciso, la notte del 10 marzo 2017 Petre Ungureanu, che era entrato nel suo locale per rubare con tre complici. La sentenza è stata pronunciata oggi a Lodi, dal giudice Francesca Lisciandra, alle ore 15.35. Poche parole con l'aggiunta della specificazione «perché il fatto non sussiste». Con formula piena, insomma. La Procura aveva invece chiesto tre anni per l'oste di Casaletto Lodigiano (Lodi).

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All'annuncio subito sono arrivate le reazioni della politica: dal leader della Lega Matteo Salvini secondo cui «la difesa è sempre legittima», a Giorgia Meloni e Mariastella Gelmini. «Giustizia è fatta» ha scritto su Fb Attilio Fontana, il presidente della Regione Lombardia, che si è incaricata delle sue spese legali.

Mario, che tanto sperava in questo verdetto, è rimasto fermo, immobile sulla sua sedia alla sinistra del giudice. Si sono mossi tutti gli altri, a poco a poco: l'Unione nazionale vittime, per andare a abbracciarlo, gli avvocati, il pm, il procuratore Domenico Chiaro. Ma lui no. Per almeno cinque interminabili minuti se ne è stato lì fermo. Poi ha spiegato il perché appena fuori dal tribunale. «Non riesco nemmeno a vedere che c'è il sole - ha detto -. Penso che, arrivato a casa, fino a stasera non mi alzerò dalla sedia e probabilmente non cenerò. La tensione è troppa. Tutte queste udienze, questa attesa, le requisitorie di oggi, sono stati come colpi, per me. E ora sono distrutto. Oggi mi è sembrato di stare davanti a un plotone d'esecuzione. Sono state ore interminabili, snervanti».



L'oste di Casaletto Lodigiano non è più così giovane: ha 70 anni ed è cattolico. L'idea di quella notte in cui ha anche perso la vita un giovane di 28 anni, lo ha segnato profondamente. Infatti lo dice: «Prego spesso per lui». Oggi ha lasciato a casa moglie e figlio. Ha voluto risparmiare loro la giornata più dura. Qualcuno, a fine udienza, ha provato a prospettargli un'eventuale appello della Procura. Ma il suo avvocato Vincenzo Stochino, con un'occhiataccia, ha subito zittito il giornalista mentre Mario sgranava gli occhi e l'avvocato provava a rassicurarlo dicendo che non sarebbe stato possibile.

Il procuratore di Lodi Domenico Chiaro ha preso tempo: «è solo con uno studio approfondito della sentenza che si potrà stabilire se fare appello o no», ha spiegato. Le motivazioni saranno disponibili entro 90 giorni. Intanto, Mario, proverà a riprendersi. «Quella notte - ripete - sono sceso al piano dei ladri perché avevo paura che, alla fine, non si accontentassero solo di rubare ma, invece, salissero anche dove eravamo noi, e lì, io avevo tre nipotini che dormivano tranquilli. Li dovevo difendere da questa eventualità». Nel processo il fratello della vittima aveva chiesto 330.000 euro di risarcimento. «Solamente dalle motivazioni - conclude il procuratore di Lodi - sapremo se il giudice ha considerato il fatto un incidente o se l'assoluzione è figlia della nuova legge sulla legittima difesa».
 

Cattaneo in lacrime: «Distrutto, troppa tensione»



«Penso che fino a stasera non mi alzerò dalla sedia e probabilmente non cenerò. La tensione è troppa». Lo ha detto Mario Cattaneo, l'oste tabaccaio oggi assolto dall'accusa di eccesso colposo di legittima difesa. Cattaneo ha fatto il viaggio di ritorno a casa, dal Tribunale, piangendo. «Oggi mi è sembrato di stare davanti a un plotone d'esecuzione.
Sono state ore interminabili, snervanti. Sono distrutto. Spero di potermi riprendere presto», ha aggiunto.


 

 

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