Therapist: The uncovered face of the Lamb of God in the Ghent Altarpiece isn't real. It can't hurt you.
— Dr Eleanor Janega (@GoingMedieval) January 20, 2020
The uncovered face of the Lamb of God in the Ghent Altarpiece: pic.twitter.com/RBmm48wN0w
Il restauro della pala, uno dei capolavori dell'arte fiamminga, si era concluso lo scorso dicembre, con gli ultimi cinque dipinti sotto l'esame degli esperti. Ma il particolare degli occhi dell'agnello sacrificale, che nelle aggiunte risalenti al Sedicesimo secolo gli avevano dato un aspetto docile e mansueto, in realtà non corrispondeva alla volontà originale degli artisti.
«Niente di simile era mai stato osservato nella pittura fiamminga», ha commentato per Art Newspaper Hélène Dubois, direttrice del restauro. In realtà, quegli occhi che possono sembrarci strani, sono proprio quelli tipici degli ovini.
Belgio, la città fiamminga di Gent si accende con il Light Festival
La pala era stata dipinta tra il 1426 e il 1432 ed è conservata nella cattedrale di San Bavone a Gand; la sua è stata una vita molto avventurosa: quasi distrutta in un incendio, rubata, fu requisita da Napoleone, sequestrata dalle truppe naziste e infine, durante la Seconda Guerra Mondiale, recuperata dai famosi cacciatori di arte trafugata, i Monuments Men in una miniera di sale dove Hitler aveva ammassato tutti i tesori d'arte depredati ai paesi occupati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA