Tra bilanci ed emozioni rimane basso il numero di vigili a fronte di una città di 100 mila abitanti. Sono una sessantina ma, secondo gli standard, dovrebbero essere almeno il triplo. «Siete un punto di riferimento – ha detto don Andrea -. Vedervi dà forza alle istituzioni. Nella difficoltà, perché voi vi beccate le frecce come San Sebastiano, e siete chiamati a svolgere un servizio fatto soprattutto di responsabilizzazione e prevenzione per i cittadini. È per questo che serve una presenza capillare. Perché quando non c’è la presenza delle istituzioni è segno che abbiamo perso».
Il comandante, Marco Alia, ha ricordato il senso della celebrazione in occasione di San Sebastiano, protettore dei vigili urbani: «Una festa sobria ma dal significato profondo. E’ una sorta di braciere che viene ravvivato, un momento di consuntivi e di riconciliazione». Le difficoltà che la ristrettezza di personale pone le ha ricordate nel suo saluto anche il sindaco, Michel Barbet: «Lo so, siete pochi e lavorate sempre tra l’incudine e il martello, esposti sempre alle frecciate proprio come San Sebastiano. Ma lavorate a testa bassa, sempre nel rispetto delle persone». La festa ha segnato anche il saluto ai neopensionati, Silvano D’Errigo aggregato alla procura e ad una colonna del Comando, il maggiore Nazzareno Di Carmine.
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