Chanel sfila nell'Abbazia dove visse da orfana Mademoiselle Coco tra look sobri e un tocco austero

Chanel sfila nell'Abbazia dove visse da orfana Mademoiselle Coco tra look sobri e un tocco austero
di Francesca Romana Buffetti
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Martedì 21 Gennaio 2020, 18:49 - Ultimo aggiornamento: 23:10

Soffia un vento austero dalle parti della sfilata Chanel Haute Couture per la Primavera-Estate 2020. Virginie Viard consegna la sua seconda prova nell’universo Haute Couture fatta di 62 uscite castigate e austere, lontane anni luce da quella joie de vivre che ha caratterizzato la moda di Karl Lagerfeld. Dalla Costa Azzurra e la luce del mediterraneo alla Nuova Aquitania nel cuore del Paese, dalla villa con giardino all’italiana ricostruita al Grand Palais di Parigi da Karl Lagerfeld per la Primavera-Estate 2019, la stilista porta il nuovo fashion show ai giardini dell’abbazia cistercense di Aubazine, lì dove una giovanissima Coco Chanel visse diversi anni con le sue due sorelle nell'antico orfanotrofio costruito nel sottotetto: un'atmosfera severa che segnò profondamente lo stile di Mademoiselle.

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Sobri i primi look da giorno: tessuti di pied-de-poule stampato, che strizzano l’occhio all'optical geometrico bianco e nero di gran moda negli anni ’70, danno il là a una serie di tailleur, con gonne sopra o sotto il ginocchio da indossare con grossi colli ricamati e calze bianche e calzettoni alla caviglia. Ai piedi? Mocassini neri con tacco basso o stringate bicolor dall’allure vintage. Gli abiti da sera sono il trionfo del savoir faire degli atelier che da anni sublimano le creazioni della Maison: fiori e piume, ma anche intarsi, volant, punto smock sofisticato e plissé creati per Chanel dalla Maison Lemarié, i tweed degli Atelier Lesage e i ricami dell’Atelier Montex. Le silhouette che incedono tra erbe aromatiche e piante officinali sono lineari, il corpo femminile sempre celato, a volte con romantico tulle a impreziosire alcune delle uscite, ora sulle spalle, ora come sopragonna.

 

 


Anche le trasparenze hanno un che di monacale in questa Haute Couture Chanel dove alla sposa in chemisier bianco viene concesso solo lo splendore dei bottoni e della fibbia alla vita. Il bianco e nero che domina la palette cromatica si punteggia di delicatissimi azzurri e rosa, lasciando spazio a colori vivaci solo nei ricami preziosissimi di alcuni look.
Virginie Viard, insomma, sembra barcamenarsi come può divisa tra l’heritage della maison e quel senso mortifero - a tratti mortificante - che pare attraversare un po’ tutto il fashion system.

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