Figlio conteso, il ragazzino sarà tolto al padre: è bagarre

Il Tribunale per i minorenni dell'Aquila
di Rosalba Emiliozzi
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Martedì 21 Gennaio 2020, 13:52
 Entro la giornata di oggi il ragazzino di 14 anni di Tortoreto verrà tolto al padre per essere affidato alla mamma o, in caso contrario, a una comunità per minori. Lo ha stabilito il Tribunale dei Minorenni dell’Aquila con decreto depositato il 13 gennaio e ha già proceduto con due tentativi - il 2 e il 10 gennaio - di portare via il ragazzino dalla casa di Tortoreto, dove vive con il genitore da tre anni.

«Assistenti sociali, gli agenti di polizia municipale e i carabinieri in divisa - racconta il papà, D. G. 53enne, ex capo reparto in mobilità - si sono presentati alla porta di casa, mio figlio ha già detto che non vuole andare via e ha scritto anche una lettera al giudice dei minori chiedendo di essere sentito, ma nessuno ci ha dato ascolto finora. Mio figlio è spaventato, vuole stare sempre con le finestre chiuse e sobbalza ogni volta che sente suonare il citofono». Nel frattempo si è ammalato. «Ieri è stato visitato dal medico che ha riscontrato il perdurare di una bronchite e un forte stato d’ansia – dice l’avvocato Romina Cristina D’Agostini - abbiamo mandato il certificato a scuola, il ragazzino non può andare a lezione».

Il legale ieri ha cercato anche di contattare il garante per l’Infanzia d’Abruzzo e qui si apre un’altra voragine. Questa figura, di grande importanza per i bambini e gli adolescenti in difficoltà, manca da ben sei anni in questa regione, la politica non è riuscita ancora a colmare questo buco. «Il 28 gennaio andrà in votazione e avremo in Garante - spiega Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo che spiega: «Per cinque anni di governo di centrosinistra questa figura non è stata fatta. Noi siamo al governo da marzo 2019, abbiamo modificato la legge e l’abbiamo approvata, abbiamo fatto il bando e raccolto le adesioni, una ventina, e ora ci apprestiamo a votare». Intanto in caso di bisogno a chi ci si rivolge? «Al difensore civico che ne supplisce le funzioni» dice Sospiri. Ancora per pochi giorni e il Garante per l’infanzia e l’adolescenza sarà operativo, ma per Marco potrà fare poco, perché il provvedimento del giudice minorile è urgente e verrà eseguito a breve. Il padre spera ancora di poter essere sentito dal giudice, dopo aver fatto due ricorsi in appello contro il decreto del Tribunale dei Minori dell’Aquila e aver chiesto che il ragazzino possa essere ascoltato in prima persona dal giudice stesso.

Intanto in Italia il caso sta avendo molto clamore, la storia di Marco è molto seguita sui social network e molti padri separati si sono rivisti in questa vicenda giudiziaria piena di contraddizioni e sofferenza e hanno espresso solidarietà. Prima i due figli (l’uomo ha anche una ragazza di 16 anni che oggi vive con la mamma, ndr) vengono affidati al padre dal Tribunale del Minori di Ancona che sospende la responsabilità genitoriale alla madre, dopo tre anni è il Tribunale dei Minori dell’Aquila a esprimersi, ma in modo inverso: i ragazzi vengono «collocati» dalla madre e il papà viene considerato non più all’altezza. Perché? «Per le relazioni dei servizi sociali - riferisce l’avvocato - Noi abbiamo contestato la modalità degli incontri protetti tra madre e figli, il fatto che non fossero protetti, che in quelle occasioni venissero tagliati i capelli al figlio e che la madre gli dicesse che è obeso».
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