San Basilio, le mani della 'Ndrangheta sullo spaccio di droga nella capitale: 36 arresti

San Basilio, le mani della 'Ndrangheta sullo spaccio di droga nella capitale: 36 arresti
di Marco De Risi
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Lunedì 20 Gennaio 2020, 20:59 - Ultimo aggiornamento: 21:09
Fino all’operazione dei carabinieri all’alba di oggi, se ne poteva intuire la presenza, ma non avere la certezza che su San Basilio ”erano scesi i calabresi”. Invece i 36 arresti dei militari, frutto di un’indagine durata quasi due anni, hanno dimostrato che fra le case popolari si respirava l’aria di Platì, il piccolo comune nella Locride.

Roma, blitz antidroga a San Basilio: pusher e vedette come a Scampia 

Sono finiti in manette per traffico di droga aderenti alla 'Ndrangheta dei Marando, un clan potente e articolato in varie zone d’Italia. Erano i Marando e pregiudicati romani, a loro legati, a dettare i ritmi dello spaccio di droga a via Corinaldo, in via Sirolo, via Mondolfo, e via Pievebovigliana. Alfredo e Francesco (detto Ciccio) Marando, nativi di Platì, erano anni che risiedevano a San Basilio e secondo la Distrettuale Antimafia avevano trasformato alcune strade scala Scampia: con piazze di spaccio blindate e controllate.

 


A tratteggiare l’organizzazione c’è un fatto curioso: i carabinieri hanno verificato che le vedette ricevevano il pasto ogni volta preparato da una donna legata ai calabresi. I ragazzi che ”spingevano” la droga nelle piazze potevano anche scegliere il menù. La storia dei pasti è un elemento che permette di comprendere come ogni cosa era stabilita dai Marando che stipendiavano le vedette.

Poi c'è anche la presenza di una bar di Talenti, apparentemente gestito da insospettabili: i carabinieri si accorgono però che anche il bar viene usato per trafficare droga da un gruppo criminale legato ai boss calabresi. Gli arresti dei carabinieri dimostrano come la 'Ndrangheta si stia espandendo nella Capitale.

Già la polizia dimostrò tempo fa, che alcuni comuni nell'hinterland a Nord di Roma fossero diventati una ”locale” di ’Ndragheta.
Per ”locale” s’intende un territorio totalmente sottomesso ai padrini calabresi. Per anni si era creduto che la piazza di San Basilio (200 milioni di euro annui il ricavato) fosse in pugno a boss romani. Dopo l’operazione dei carabinieri si scopre un altro scenario: a comandare erano gli uomini venuti da Platì.
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