Scuole, caldaie vecchie: ottanta guasti al giorno, studenti a lezione con il cappotto

Scuole al freddo
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 20 Gennaio 2020, 00:00

Da circa due mesi i nostri bambini vivono la scuola come un luogo contraddistinto dal disagio». Inizia così la lettera che i genitori dei bambini iscritti alla scuola Europa – Carlo Alberto dalla Chiesa (VIII Municipio) hanno scritto alla sindaca Virginia Raggi. Perché dallo scorso novembre il plesso è completamente al freddo.

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L’impianto di riscaldamento si è rotto, non è stato ancora riparato e questo ha comportato un ingente trasferimento: «Delle quattordici classi di scuola primaria del plesso “Europa” solo cinque sono potute rimanere nelle proprie aule, mentre altre tre sono ospitate precariamente nei corridoi della scuola, e le rimanenti sei si sono dovute trasferire nel plesso di scuola secondaria “Rigamonti” con notevoli disagi per gli alunni di entrambi i plessi», scriveva il preside Antonio Palcich in una sollecitazione d’intervento inviata – ormai settimane fa – al dipartimento Infrastrutture e manutenzione urbana. Risposta? Non ancora pervenuta nei fatti perché nonostante qualche incontro con i tecnici comunali nel quale si era paventato l’uso, ad esempio, di termoconvettori per ovviare al disagio, né è stato sistemato l’impianto né sono stati forniti alla scuola strumenti alternativi per portare la temperatura dentro alle classi a una soglia accettabile. 

LE CIFRE
Ma quello della scuola “Europa” non è un caso isolato. Nella Capitale ogni giorno almeno 80 impianti di riscaldamento sui 1.150 attivi negli istituti gestiti dal Campidoglio vanno in blocco. Malfunzionamenti, turbine che bruciano, valvole difettose con il risultato di avere ambienti con temperature al di sotto della norma. Altro che 15 o 18 gradi, se il termometro riesce a segnare anche 13 in molti ringraziano. Qualche esempio? Temperature non adeguate all’Ic viale dei Consoli mentre al plesso Chico Mendez dell’istituto via Poseidone il riscaldamento in palestra è perennemente spento (guasto e non funzionante dallo scorso anno) nonostante le reiterate segnalazioni al VI Municipio. 

Ancora: caldaie intermittenti alla scuola d’infanzia Peter Pan, all’Ic Morvillo di Torre Gaia, alla scuola Orsa Maggiore del Torrino, all’istituto Villaggio Prenestino e all’Artemisia Gentileschi (V Municipio). Per non parlare di quanto avviene negli istituti superiori gestiti dalla città Metropolitana. Al Caetani, per esempio, alcune aule sono perennemente al freddo, al professionale Mattei di Cerveteri gli impianti sono andati in blocco: fermi dallo scorso 7 gennaio. «Situazioni queste e molte altre ancora – commenta Mario Rusconi, numero uno dell’Associazione nazionale presidi di Roma e Lazio – incresciose e allarmanti con ripercussioni quasi certe sulla salute degli alunni, a partire dai bambini piccoli. Sono anni che ci troviamo sempre di fronte a questo problema e sembra che non esistano soluzioni. È imbarazzante». 

GLI INVESTIMENTI
Anche perché a far due conti, il Campidoglio e la Città Metropolitana spendono molto per garantire l’accensione degli impianti: all’incirca 30 milioni di euro equamente suddivisi e messi a Bilancio ogni anno. E allora? Accade che come è emerso in una recente commissione Scuola del Comune le caldaie vanno in blocco perché sono vecchie e quando si rompe qualche pezzo è difficile trovare ormai i ricambi, usciti paradossalmente dalle produzioni. Il problema però è che per ammodernare tutte le caldaie nelle quasi 2 mila strutture – tra nodi, scuole materne, elementari, medie e superiori – servirebbero finanziamenti a sei o sette zeri. Che ovviamente non ci sono.
 

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