Giulia denuncia aggressione su Fb: «Picchiata perché lesbica, mi hanno detto: quelle come te devono morire»

Giulia denuncia aggressione su Fb: «Picchiata perché lesbica, mi hanno detto: quelle come te devono morire»
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Sabato 18 Gennaio 2020, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 20:12

Una donna di 31 anni, che vive a Potenza, ha scritto su Facebook di aver subito un'aggressione a sfondo sessuale durante la quale ha subito la frattura del setto nasale, ma non ha denunciato il fatto alle forze dell'ordine. La vicenda - di cui oggi si occupano i giornali locali - è avvenuta la sera di mercoledì scorso, 15 gennaio: la donna ha scritto di essere stata aggredita da due ragazzi mentre stava camminando in una via del capoluogo lucano. Prima di colpire, uno dei due avrebbe detto: «Le persone come te devono morire, vuoi fare il maschio? E mo ti faccio vedere come 'abbuscanò (vengono picchiati) i maschi».

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La donna è andata in ospedale il giorno dopo: dal referto, che lei stessa ha pubblicato su Facebook insieme a due foto, emerge che ha riportato la frattura delle ossa nasali ma che ha rifiutato l'intervento di riduzione. Il referto, preso atto della sua volontà, contiene alcune indicazioni terapeutiche. Sul fatto sta indagando la Squadra mobile della Questura di Potenza. «Ero indecisa - ha scritto la donna su Facebook - sul rendere pubblico o meno ciò che mi è accaduto, ma ho deciso di farlo perché non si ripeta mai più una cosa simile».



Già si registrano alcune prese di posizione di solidarietà nei confronti della donna, a cominciare da quella del sindaco del capoluogo lucano, Mario Guarente (Lega), il quale ha detto di provare «tanta rabbia per questo vile gesto. Che questi imbecilli - ha auspicato Guarente - vengano subito arrestati e fatti marcire nel ghetto della loro ignoranza».

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«Mi riprenderò presto ma ora voglio andare avanti e non pensarci troppo», ha scritto ancora su Facebook la donna.  «Ringrazio tutti per il sostegno dimostratomi anche se - ha aggiunto - non sono riuscita a rispondere a tutti. Ognuno di voi mi ha fatto una carezza al cuore e perciò vi ringrazio. Non voglio visibilità, né giornali o tv al mio seguito». La donna ha evidenziato di aver scritto dell'aggressione «affinché tutto ciò non accada mai più a nessuno, uomo, donna o asessuati».

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 «Viviamo - ha commentato la presidente dell'Arcigay Basilicata, Morena Rapolla - un preoccupante tribalismo dei rapporti: la sopraffazione ed il disprezzo verso l'altro, portatore di una diversità sono ormai all'ordine del giorno. Questo episodio testimonia la difficile situazione presente anche sul nostro territorio. Anche in Basilicata serve con urgenza una legge regionale contro l'omotransfobia, perché - ha concluso Rapolla - fenomeni come questi fanno male a tutti i cittadini e le cittadine per bene, e la mia città ne è piena».

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