«In questa scuola non ci sono rom», dopo l'istituto Trionfale nuovi “identikit” choc in Toscana

«In questa scuola non ci sono rom», dopo l'istituto Trionfale nuovi “identikit” choc a Firenze
2 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Gennaio 2020, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 12:16

Dopo il caso romano dell'Istituto di via Trionfale, spuntano nuovi casi di “identikit” choc nelle descrizioni delle scuole. Non c'è la contrapposizione ricchi e poveri, alta borghesia e ceti bassi, ma anche in Toscana non mancano istituti che, nel rapporto di autovalutazione pubblicato sui siti scolastici, e che dunque può esser facilmente consultato dai genitori alle prese con le iscrizioni, fanno riferimento al censo ed al livello sociale delle famiglie dei propri alunni. Un vero e proprio ritratto dei singoli istituti dai quali emerge una profonda differenziazione sociale che mai nessuno si aspetterebbe nelle presentazioni delle scuole. È quanto riferisce oggi La Nazione. Ecco che invece a Firenze, alla secondaria di primo grado «Masaccio», non ci si scompone troppo nell'affermare che «non sono presenti studenti nomadi».

Roma, scuola Trionfale: la preside non cambiò il testo e molti genitori la difendono


Affermazioni sconcertanti anche alla «Dino Compagni», altra scuola di un quartiere da sempre considerato 'benè: in questo caso si sottolinea che i figli dell'alta borghesia della zona negli ultimi anni studiano accanto ai ragazzi delle colf impiegate nelle belle case del quartiere. Spostandoci a Prato, al glorioso convitto «Cicognini», si scopre che «nella maggioranza dei casi gli studenti sono figli di professionisti». Un ceto medio-alto, dunque. «Anche gli studenti di origine cinese provengono da famiglie di imprenditori che trovano molto congeniale la presenza del semi-convitto». E poi: «L'incidenza degli studenti provenienti da famiglie svantaggiate è molto bassa». Perchè gli allievi di quell'istituto pratese hanno la casa al mare, fanno viaggi all'estero e hanno pure «capi di abbigliamento firmati». Alla scuola «Rodari» di Follonica (Grosseto) si è voluto rimarcare il «flusso migratorio dal Sud».

 


Non mancano, naturalmente, esempi positivi. Tra i tanti, «La Nazione» ha scelto quello di Ponsacco. Ebbene, nella provincia pisana «troviamo finalmente la scuola inclusiva che tutti ci aspetteremmo». Sul sito internet si presenta così: «L'incontro con diverse culture arricchisce gli alunni e li rende più consapevoli della dimensione sociale in cui sono inseriti». E giù un elenco delle nazionalità presenti tra i banchi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA