‘Ndrangheta viterbese, tornano liberi Erasmi e Pecci

Il Tribunale di Roma
di Maria Letizia Riganelli
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Venerdì 17 Gennaio 2020, 09:10
‘Ndrangheta viterbese, tornano liberi i due imprenditori viterbesi.

Emanuele Erasmi e Manuel Pecci non sono più agli arresti domiciliari. Dopo 12 mesi di reclusione potranno uscire di casa, tornare al lavoro e passeggiare per la città. Unica limitazione: non potranno lasciare Viterbo.

Il gup del Tribunale di Roma, Emanuela Attura, ha accolto le istanze presentante dai difensori, Giuliano Migliorati e Fausto Barili e Carlo Taormina. 

Durante l’udienza preliminare di martedì scorso gli avvocati hanno chiesto una misura cautelare meno afflittiva per i rispettivi assistiti. Richiesta accolta anche col parere favorevole del pm Fabrizio Tucci.

«E’ un grande risultato - afferma Fausto Barili, legale di Manuel Pecci -. Nell’ultima udienza abbiamo certificato la distanza siderale che c’è tra il mio assistito e la banda che ha agito senza alcun mandato».

Soddisfatto anche l’avvocato Migliorati, che difende l’imprenditore bagnaiolo Erasmi. «Sono soddisfatto soprattutto perché dopo un anno il mio assistito non sarà più ristretto ai domiciliari e potrà tornare alla vita di tutti i giorni e al lavoro. Non dimentichiamo però che c’è un processo da affrontare».

Erasmi e Pecci sono stati arrestati dai carabinieri del Nucleo investigativo all’alba del 25 gennaio scorso insieme a tutti i membri del sodalizio. Per loro un’accusa gravissima: estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Entrambi, per la pubblica accusa, si sarebbero rivolti alla banda di Trovato e di Rebeshi per risolvere problemi professionali. L’imprenditore di Bagnaia per riscuotere un credito che non riusciva ad ottenere, Pecci per spegnare le giuste rivalse di un cliente rimasto “scottato” nel suo centro estetico.
 
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