Favino risponde alle domande degli ascoltatori: «L'attore desidera sparire nel mondo di un'altra persona»

Pierfrancesco Favino risponde alle domande degli ascoltatori: «L'attore desidera sparire nel mondo di un'altra persona»
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Giovedì 16 Gennaio 2020, 17:00

Pierfrancesco Favino, in sala col film Hammamet, la pellicola che racconta gli ultimi sei mesi di vita di Bettino Craxi, ha risposto in diretta alle domande degli ascoltatori della trasmissione radiofonica I Lunatici. Favino è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte e trenta alle sei del mattino. Il popolare attore si è sottoposto alle domande degli ascoltatori intervenuti attraverso messaggi vocali in un botta e risposta molto appassionante.

Favino è Craxi, c'è il dramma del leader ma non la parabola del Paese


Come hai fatto a rifare uguale la voce di Craxi?, ha chiesto Massimiliano.

«Mi sono chiuso nelle stanze in cui studio, ho ascoltato per giorni e giorni la sua voce e ho cercato di capire quanto e dove fosse diversa dalla mia. Mi sono domandato perché parlasse in quel modo e cosa volesse comunicare con il suo modo di parlare. Del suo modo di parlare ha fatto un'arma importante, mi sono sempre domandato cosa ci fosse dietro. Le pause. I silenzi. Piano piano ho cercato di arrivare a portare la mia voce ad assomigliargli, non soltanto per imitarlo ma per coglierne il respiro. Quando cogli il respiro di un uomo ti si aprono altre domande, altri pensieri e cerchi in qualche modo di trovarlo, di toccarlo. È il desiderio di ogni attore: sparire fino in fondo nel mondo di un'altra persona. A me questo è successo in alcuni aspetti della vicenda raccontata dal film di Amelio, che racconta la caduta di quest'uomo. Mi sono chiesto si capiterà anche a me di cadere. Anche se non ho quel potere ovviamente».

Come hai reagito quando ha saputo che avresti interpretato Craxi?, ha domandato Monica.

«Ma che davvero? Ma che io? Ma che c'entro! Mi sentivo tanto distante da Craxi, non mi ero mai associato a Craxi come persona. Però poi a un certo punto ho iniziato a studiare, a leggere, a domandarmi che uomo fosse".

Cosa ne pensi del personaggio Craxi?", la domanda di Luigi.

«È complicato da dire. Avevo un'immagine di Craxi che era quella dell'uomo politico e della sua vicenda giudiziaria. Mi è stato dato modo di toccare un aspetto che non mi ero mai fermato a domandarmi e cioè l'aspetto umano. Questo non per giustificarlo o per trovare per forza delle ragioni di empatia. Il film si sofferma sugli ultimi mesi di vita di quest'uomo. Parla della sua caduta».

Esiste anche per gli uomini nel mondo dello spettacolo la piaga delle proposte indecenti?, ha chiesto Matteo.

«Se mi è successo o non me ne sono accorto oppure fortunatamente ho scelto di non accettarle. Ma non perché non sappia che esista questa cosa, ma perché in qualche modo penso di poter fare questo mestiere per meriti.E lo pensavo anche quando non riuscivo a farlo con continuità. Non svenderei niente di me o di personale per un'idea di successo. Che a quel punto, di sicuro, diventerebbe un totale insuccesso».

Ci sono stati momenti bui durante la tua carriera?", la domanda di Marisa.

«Eccome, io ci ho messo un sacco di tempo a riuscire a fare questo mestiere con continuità. Ho fatto un sacco di altri mestieri per pagare l'affitto o per mangiare. Ma non l'ho mai fatto pensando che il mondo di me non riconoscesse la mia capacità. Ho iniziato a fare questo lavoro sapendo che era complicato, ma l'ho fatto sempre con grande gioia. Ci sono stati momenti difficili in cui non capivo perché scegliessero altri e non me. Faccio l'attore dal 1992, i film che hanno iniziato a farmi vedere sono del 2005, del 2004. Negli anni precedenti ho fatto la gavetta, per fortuna. Ho sempre fatto l'attore con gioia. In questo mestiere poi c'è anche una grande componente di fortuna. La nostra professione va a ondate. In questo momento lavoro tanto, magari un momento non andrà così».

Qual è la prima cosa che guardi in una donna? Che ricordo hai di Sanremo?, le curiosità di Catia.

«Può sembrare ridicolo, sicuramente sono attratto dall'aspetto fisico di una donna, ma è come se ci fosse qualcosa in più ad attirarmi, come i particolari fisici si mettono insieme. Mi innamoro del carattere, della capacità di farmi ridere, sono quel tipo di uomo. Mi devo innamorare, anche solo di un dettaglio. Sanremo? Ho un ricordo bellissimo del Festival. Per me è stata una cosa liberatoria, attraverso Sanremo le persone hanno scoperto delle cose di me che io sapevo ma che ho tenuto nascoste per troppo tempo. Tra Claudio, Michelle e me si creò un'empatia incredibile».

Sei fedele? Secondo te esistono i raccomandati nel mondo del cinema e quanto durano? la domanda di Ilaria.

«Sì, sono un tipo fedele, alla mia donna e a quello che costruiamo insieme. Penso che la fedeltà sia anche questo. Essere fedeli non solo all'altro ma anche a quello che costruite insieme. Esistono i raccomandati nel mondo del cinema, ma durano poco. La raccomandazione non può arrivare dove arriva il talento. Il nostro è un mestiere duro, non esistono carriere durature se non ci sono grandi talenti o grandi doti caratteriali».
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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