Eni-Algeria, Saipem assolta in appello: annullata la confisca di 197 milioni di dollari

Eni-Algeria, Saipem assolta in appello: annullata la confisca di 197 milioni di dollari
di Claudia Guasco
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 16:34
La seconda Corte d'Appello di Milano ha assolto l'ex ad di Eni Paolo Scaroni, attuale presidente del Milan, e la compagnia petrolifera italiana nel processo con al centro il caso Saipem-Algeria su una presunta maxitangente algerina da 197 milioni di dollari. Assolti anche tutti gli altri imputati nel procedimento di secondo grado, inclusi i manager di Saipem e la stessa partecipata. I giudici hanno inoltre revocato la confisca da 197 milioni di dollari a carico di Saipem: la somma era considerata l'equivalente del prezzo del reato e in caso di conferma della sentenza di condanna in secondo grado la confisca sarebbe stata immediamente esecutiva, obbligando la società ad accantonare a bilancio una cifra equivalente.

«SENTENZA STORICA»
«E’ una sentenza che ha fatto giustizia», afferma l’avvocato Enrico De Castiglione, difensore di Paolo Scaroni. «Per il mio assistito ha riconfermato l’assoluzione già pronunciata da gup e dal tribunale. Credo che ponga definitivamente la parola fine a questa vicenda». Esulta Enrico Giarda, difensore di Saipem: «E’ una sentenza storica, finalmente è stata fatta giustizia dopo otto anni di massacro». La procura generale di Milano, con il sostituto procuratore Massimo Gaballo, aveva chiesto di condannare Scaroni a 6 anni e 4 mesi per corruzione internazionale. In primo grado l’ex ad di Eni è stato assolto ma la procura ha chiesto di riformare la sentenza, riproponendo le stesse richieste di condanna avanzate in primo grado dal pm Isidoro Palma, titolare del fascicolo.

APPALTI IN ALGERIA
Il processo, arrivato al secondo grado di giudizio davanti i giudici della seconda sezione penale della Corte d'appello di Milano, riguarda il presunto pagamento di una «maxitangente», così l’aveva definita il pm Isidoro Palma durante il processo di primo grado, di 197 milioni di euro in Algeria per far ottenere a Saipem (partecipata da Eni) appalti da 8 miliardi di euro e presunte irregolarità nell'operazione del 2008 che portò Eni a comprare la società canadese First Calgary Petroleums Ltd, che come unica attività aveva un giacimento di gas a Menzel, in Algeria, in comproprietà con l’azienda statale algerina Sionatrach.
L'operazione è costata circa 923 milioni di dollari canadesi. La presunta tangente da 197 milioni di euro, secondo l'accusa, sarebbe stata pagata da Saipem attraverso dei contratti con la società Pearl Partners che, però, per la procura «non ha effettuato alcun lavoro o consulenza tale da giustificare un pagamento da 197 milioni». In primo grado, il 19 settembre 2019, il tribunale di Milano aveva assolto Paolo Scaroni in merito ai contratti di Saipem «per non aver commesso il fatto» e per il caso First Calgary «perché il fatto non sussiste». Il tribunale, inoltre, aveva assolto dalle accuse anche il manager di Eni Antonio Vella e la stessa Eni, che era imputata per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti.
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