Stop alla campagna anti-alcol della Regione Sicilia: «Sessista e di cattivo gusto»

Stop alla campagna anti-alcol della Regione Sicilia: «Sessista e di cattivo gusto»
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 14:50 - Ultimo aggiornamento: 15:13

La Regione Sicilia sommersa dalle critiche per la campagna contro l'abuso di alcol tra le donne. Giudicata «sessista» è stata rimossa solo appena 24 ore. Nel mirino l'assessorato regionale alla Salute: sul sito istituzionale Costruire Salute” è comparso il disegno di una donna con due calici di vino rosso che simboleggiano il seno e una frase: «Quali sono le dosi giuste di alcol per una donna».



«Sessista», «di cattivo gusto», «lontana dalla scienza medica». Sono solo alcune delle accuse lanciate alla campagna sui social. In testa, la delegazione Sicilia della Fondazione Marisa Belisario. «Si continua a sperperare denaro pubblico in campagne istituzionali che degradano la donna ai soliti cliché: ovvero o madre ( non bere, donna, perché altrimenti non ti puoi riprodurre bene!) o...beh, il solito, anche lì!. Come Delegazione Sicilia della Fondazione Bellisario riteniamo di dover denunciare e monitorare sempre comportamenti disfunzionali come questo che ledono la dignità della donna e che contribuiscono a costruire un'immagine sessista di cui certamente non sentiamo la necessità. Fatto ancor più grave perché si tratta di una campagna pubblicitaria istituzionale, anche se in un secondo momento rimossa dal sito. Ci auguriamo che l'assessore Razza, nel futuro, scelga di usare fondi pubblici per costruire un messaggio più consapevole e meno degradante».


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Sulla stessa linea anche la segretaria della federazione palermitana di ArticoloUno Mariella Maggio. «Qualche anima buona si deve essere incaricata di informare Ruggero Razza che lui non dirige
Drive In, bensì l'assessorato regionale alla Salute - afferma - Si spiega solo così il rapido ritiro del manifesto sul consumo dell'alcol da parte delle donne in cui appare una procace fanciulla che a tutto fa pensare tranne che alla scienza medica». E aggiunge: «Quel manifesto farebbe piangere se non fosse stato fatto da una istituzione pubblica. Avvilisce invece constatare che chi dovrebbe preoccuparsi della salute di tutti noi tradisce, avendo avallato una tale pubblicità, una mentalità sessista e una sconcertante mancanza di rispetto per le donne».

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