Istat, nel 2018 spesi 293 miliardi di euro in prestazioni pensionistiche

Istat, nel 2018 spesi 293 miliardi di euro in prestazioni pensionistiche
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 13:45
(Teleborsa) - Nel 2018 sono stati spesi 293 miliardi di euro (una cifra pari al 16,6% del Pil) in prestazioni pensionistiche con numero di beneficiari resta stabile a 16 milioni rispetto al 2017. Ampia la disuguaglianza di reddito tra i pensionati: al quinto con redditi pensionistici più alti va il 42,4% della spesa complessiva. Un pensionato su quattro percepisce un reddito lordo da pensione sopra i 2.000 euro. Questo il quadro che emerge dall'ultimo Statistica Report sulle condizioni di vita dei pensionati pubblicato dall'Istat.

Oltre un terzo dei pensionati – si legge nel Rapporto – vive in coppia senza figli (35,5%), poco più di un quarto da solo (27,4%). Per quasi 7 milioni e 400mila famiglie con pensionati i trasferimenti pensionistici rappresentano più dei tre quarti del reddito familiare disponibile.

In calo i pensionati da lavoro che dichiarano di essere occupati (-21,3% rispetto al 2011). Nel 2018 ci sono 606 pensionati da lavoro – con pensione diretta o indiretta - ogni 1.000 persone occupate, erano 683 nel 2000. Il rapporto è diminuito di quasi 6 punti nei sei anni successivi alla riforma del sistema pensionistico del 2012, mentre nei precedenti dodici anni si era ridotto di 2 punti.

Gran parte della spesa (265 miliardi, il 91% del totale) è destinata alle pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti), legate a un pregresso contributivo proprio o di un familiare, a cui si aggiungono 4,2 miliardi erogati a copertura di 716mila rendite dirette e indirette erogate per infortuni sul lavoro e malattie professionali. Le pensioni assistenziali (invalidità civile, pensione sociale e pensione di guerra) sono circa 4,4 milioni e impegnano 23,8 miliardi.

Più del 50% della spesa complessiva è erogata a residenti al Nord (262 pensionati ogni 1.000 abitanti), soprattutto come beneficiari di pensioni IVS, il resto nel Mezzogiorno (27,8%, 257 ogni 1.000 abitanti) e al Centro (21,1%, 253 su 1.000).

L'importo medio lordo dei singoli trattamenti nel 2018 non supera i 500 euro mensili per le pensioni assistenziali e ammonta a quasi 1.469 euro per quelle di vecchiaia (17.634 euro annui). Il reddito pensionistico – ottenuto considerando che un percettore può cumulare più trattamenti – sale in media rispettivamente a 1.175 euro e a 1.800 euro mensili. Al 20% dei redditi pensionistici più bassi – rileva l'Istat – va poco più del 5% della spesa: il 36,3% dei pensionati riceve ogni mese meno di 1.000 euro lordi, il 12,2% non supera i 500 euro. Un pensionato su quattro (24,7%) si colloca, invece, nella fascia di reddito superiore ai 2.000 euro.

Il divario di genere è a svantaggio delle donne:sono la maggioranza sia come percettrici di pensioni (55,5%) sia come pensionate (52,2%), ma ricevono il 44,1% della spesa complessiva.

Tra il 2000 e il 2018 i redditi pensionistici cresciuti molto più delle retribuzioni. In termini nominali l'importo medio delle prestazioni del 2018 è aumentato del 70% rispetto a quello del 2000, con una dinamica più marcata rispetto a quella registrata dalle retribuzioni medie degli occupati dipendenti. Rispetto al 2000, infatti, le retribuzioni sono aumentate del 35% in un contesto di crisi economica che si è associata anche a provvedimenti di blocco dei rinnovi contrattuali nel settore pubblico, favorendo così l'allargamento del gap tra le due curve.




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