Dopo i rilievi avviati nelle settimane scorse, da oggi la draga aspirerà acqua e sabbia dal fondale, la caricherà nella stiva per poi “soffiarla” sulla costa. «La scelta di prelevare il materiale davanti al Canale dei Pescatori è stata duplice – spiega Paolo Contini, l’ingegnere della Regione che coordina l’intervento – da una parte si cerca di liberare il corso d’acqua che diversamente è destinato a insabbiarsi, dall’altra le analisi svolte hanno confermato che quella rena è idonea per essere depositata sulla costa di Levante». Dopo il ripascimento la sabbia sarà spinta dai venti «a sud est – aggiunge Contini – verso la tenuta del Presidente – Ma la quantità di sabbia che depositeremo è equiparabile a una goccia nell’oceano. Ostia avrebbe bisogno di un ripascimento tra i 20mila e i 30mila metri cubi ogni anno». Secondo Contini, inoltre, il mare di Roma dovrebbe essere sottoposto a una difesa duratura e più profonda. Con l’installazione, ad esempio, di pennelli e la posa di circa 50mila metri cubi di sabbia ogni due anni. «Un progetto a cui la Regione stava lavorando - conclude ma che aveva trovato l’opposizione di gruppi di cittadini e diverse associazioni».
Sulla stessa linea dell’ingegnere regionale alcuni pescatori e molti imprenditori turistici. «Senza adeguate barriere di protezione – dicono – temiamo che questi sforzi, anche economici, possano risultare vani. Il rischio è che tra qualche mese la situazione possa essere la stessa di quella attuale». A chiedere soluzioni più incisive contro l’erosione anche la mini sindaca 5 Stelle del X Municipio, Giuliana Di Pillo. «La difesa delle spiagge va affrontata con studi scientifici e in modo organico per tutta la costa laziale – dice - l’esperienza maturata a Ostia dimostra che ogni intervento realizzato in strutture rigide senza una visione complessiva del problema, non fa altro che spostare il punto di erosione verso sud. A questo si associa il mancato apporto dei sedimenti provenienti dal Tevere trattenuti dagli sbarramenti di monte». Intanto si è appena concluso l’altro ripascimento, quello finanziato dalla Regione con 90mila euro e coordinato direttamente dal Municipio. Un intervento “strutturale”, come lo ha definito Di Pillo. Con alcuni camion sono stati prelevati 4mila metri cubi di sabbia proveniente dalla foce del Canale dei Pescatori e accumulata per anni sull’argine alla destra del corso d’acqua. Sabbia che è stata poi depositata su un breve corridoio della costa di Levante, maggiormente danneggiato dall’erosione.
A sollecitare interventi più efficaci sono infine i balneari che hanno subito enormi danni. «Le soluzioni tampone vanno bene – dicono – ci servono per riuscire a salvare la stagione, ma occorre anche programmare operazioni di medio e lungo termine per evitare di affrontare le stesse emergenze ogni anno».
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