“Camera con Vista", premiati a Velletri tre detenuti nella casa circondariale
di Contrada Lazzaria

“Camera con Vista", premiati a Velletri tre detenuti nella casa circondariale di Contrada Lazzaria
di Enrico Valentini
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Mercoledì 15 Gennaio 2020, 10:09
Saranno devoluti ai vincitori e alle iniziative culturali in carcere i proventi del libro ricavato dal primo concorso letterario “Camera con Vista” organizzato nella casa circondariale di Velletri e dalla locale Camera penale in collaborazione con la direzione dell’istituto penitenziario. “Talento sprecato”, di F.B., “La vita in carcere”, di F.P., e “Cosa mi ha portato qui”, di S.T. sono rispettivamente i primi tre classificati del concorso che ha registrato una grande partecipazione tra i detenuti, giudicati da una giuria di eccezione presieduta dallo scrittore Premio Strega 2016 Edoardo Albinati. Molti i testi, gli scritti e i disegni pervenuti al concorso, un progetto culturale reso possibile dalla collaborazione tra la Camera Penale di Velletri, intitolata ad Angelo Fagiolo, e la Casa circondariale di Contrada Lazzaria.
A valutare gli ospiti del carcere una giuria di eccezione tra cui il presidente di Nessuno Tocchi Caiano, Rita Bernardini, il presidente del Tribunale di sorveglianza di Roma Maria Antonietta Vertaldi, i giornalisti Valentina Stella, Francesco Maesano e Marco Anselmi e gli avvocati Alessandro Gerardi, Francesco Lodise, Lia Simonetti, presidente del Coa Velletri, e Sabrina Lucantoni, presidente della Camera Penale, il cantautore Stefano Pavan e l’attore Mino Caprio.
Molti altri gli ospiti del primo concorso Camera con Vista tra cui il vescovo di Segni e Velletri Vincenzo Apicella e il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria della Regione Carmelo Cantone, con la direttrice del carcere di Velletri Maria Donata Iannuntuono. «Con i racconti, le poesie e i disegni, i detenuti – ha detto la presidente della Camera penale Sabrina Lucantoni - hanno condiviso con l’esterno la propria condizione e il loro sentimenti: non solo il dolore e il rammarico ma anche la speranza. Creando un reale canale di comunicazione tra la società civile e la popolazione carceraria, attraverso iniziative culturali come questa, pensiamo si possa realizzare una effettiva rieducazione».
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