Montenegro e Serbia ai ferri corti: la nuova legge sulla libertà religiosa di Podgorica prevede la confisca dei beni della Chiesa ortodossa

Montenegro e Serbia ai ferri corti: la nuova legge sulla libertà religiosa di Podgorica prevede la confisca dei beni della Chiesa ortodossa
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Martedì 14 Gennaio 2020, 18:53
Nonostante il Capodanno ortodosso migliaia di persone hanno nuovamente manifestato in Montenegro contro la controversa legge sulla libertà religiosa, che autorizza la possibile confisca di chiese, monasteri e altre proprietà della Chiesa ortodossa serba, largamente maggioritaria nel piccolo Paese ex jugoslavo.
Cortei e processioni, riferiscono i media locali, si sono tenuti nella capitale Podgorica e in diverse altre città, tra cui Bar, Niksic, Bjelo Polje, Danilovgrad. La legge contestata è stata approvata a fine dicembre ed è entrata in vigore lo scorso 8 gennaio, e da giorni si susseguono proteste in entrambi i Paesi vicini In base alla legge e prevede che  le varie comunità religiose devono dimostrare la legittimità dei propri diritti di proprietà anche prima del 1918, quando il Montenegro entrò a far parte del Regno dei serbi, croati e sloveni.
Il Montenegro - indipendente dal 2006 quando con un referendum si separò pacificamente da una Unione con la Serbia - è di religione ortodossa ma non dispone di una propria Chiesa autonoma e dipende da quella serba.
Negli ultimi tempi nel Paese - dove vive una consistente minoranza serba - si è accentuata la tendenza a sottolineare la propria identità nazionale, anche nel settore religioso. Belgrado, che non ha visto di buon occhio il sì del Montenegro negli anni scorsi all'indipendenza del Kosovo e la sua adesione alla Nato tre anni fa, ha duramente criticato la nuova legge sulla libertà religiosa, considerata un provvedimento apertamente ostile nei confronti della Chiesa ortodossa serba e della popolazione serba in Montenegro.
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