Glauco Mauri torna “Re Lear” all'Eliseo dal 21 gennaio

Glauco Mauri in "Re Lear"
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Martedì 14 Gennaio 2020, 16:16
Glauco Mauri sarà per la terza volta in scena, al Teatro Eliseo di Roma dal 21 gennaio al 2 febbraio, nei panni di Re Lear, diretto da Andrea Baracco. Il grande attore italiano affronta per la terza volta la tragedia di Shakespeare, dopo il primo allestimento nel 1984 e il secondo nel 1999. Sue le due regie per un totale di 500 repliche. «Non ho mai smesso di credere che bisogna sempre mettersi in discussione, accettare il rischio pur di far sbocciare idee nuove per meglio comprendere quel meraviglioso mondo della poesia che è il teatro - ha dichiarato Glauco Mauri- Ed eccomi qui per la terza volta, alla mia veneranda età, impersonare Lear».

«Perché? - si è chiesto Mauri - Mi sono sempre sentito non all’altezza ad interpretare quel sublime crogiolo di umanità che è il personaggio di Lear. In questa mia difficile impresa mi accompagna la convinzione che per tentare di interpretare Lear non servono tanto le eventuali doti tecniche maturate nel tempo quanto la grande ricchezza umana che gli anni mi hanno regalato nel loro, a volte faticoso, cammino. Spero solo che quel luogo magico che è il palcoscenico possa venire in soccorso ai nostri limiti. Cosa c’è di più poeticamente coerente di un palcoscenico per raccontare la vita? E nel Re Lear è la vita stessa che per raccontarsi ha bisogno di farsi teatro». «Quello che mi ha sempre colpito di questa tragedia, che è una delle più nere e per certi versi enigmatiche tra quelle dell’autore inglese - ha raccontato il regista, Andrea Baracco - È che sotto quel nero sembra splendere qualcosa di incredibilmente luminoso e proprio questa luce sepolta dall’ombra la rende così affascinante. Padri indegni e figli inetti, padri indegni che hanno generato figli inetti, le madri assenti, estromesse dal dramma, parafrasando Amleto, qui la fragilità è tutta e solo maschile. Nessuno dei personaggi è in grado di regnare - ha aggiunto - di assumersi l’onere del potere, nessuno sembra avere la statura adatta, nessuna testa ha la dimensione giusta per la corona, chi per eccesso, vedi Lear, chi per difetto vedi tutti gli altri. Solo giganti o nani in questo universo dipinto da Shakespeare».
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