Non si sa al momento se gli inquirenti sono in possesso di altri riscontri visto che sulla vicenda continua ad essere mantenuto un comprensibile riserbo. D’Amico potrebbe addirittura aver cenato con chi, poco dopo, o al massimo, il giorno successivo, lo ha ucciso barbaramente. Ora ovviamente bisognerà fare le comparazioni genetiche sperando di poter risalire all’identità di chi ha materialmente ucciso il 55enne o dell’eventuale soggetto complice. Anche in questo caso un passaggio non certamente facile, soprattutto se il soggetto in questione non ha mai avuto problemi con la giustizia. Si continua ad indagare contro ignoti.
Le attività di indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Simonetta Ciccarelli proseguono a tutto campo ed hanno portato all’interrogatorio di persone informate sui fatti, compresi i colleghi di lavoro e persone che hanno svolto per lui dei lavori edili nell’abitazione (piuttosto grande dove D’Amico viveva da solo) dove è stato rinvenuto cadavere dalla madre e fratello. Una inchiesta che ha portato anche al vaglio dei tabulati telefonici e filmati delle registrazioni di videosorveglianza. Preziose informazioni sarebbero saltate fuori dai controlli bancari che avrebbero fatto emergere come la vittima avesse ottenuto dei prestiti di denaro. E proprio l’aspetto economico sembra essere quello sul quale gli investigatori stanno puntando maggiormente le loro attenzioni. Il movente, infatti, sembra essere quello di debiti non onorati nei tempi voluti. D’altra parte la ferocia con la quale l’operatore ecologico della municipalizzata comunale è stato ucciso, conduce in questa direzione, tenendo conto di una consolidata casistica sui delitti per prestiti non onorati. I familiari della vittima assassinata hanno deciso di farsi assistere dagli avvocati Antonio e Francesco Valentini.
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