Ilva, martedì il verdetto sull'altoforno 2. Al Mise 150 tavoli di crisi

Ilva, martedì il verdetto sull'altoforno 2. Al Mise 150 tavoli di crisi
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Sabato 4 Gennaio 2020, 22:17 - Ultimo aggiornamento: 7 Gennaio, 15:52
Tutti col fiato sospeso in attesa di conoscere le sorti dell'ex Ilva di Taranto ma al Ministero dello Sviluppo Economico sono 150 i tavoli di crisi aperti, con migliaia di lavoratori da Nord a Sud della penisola che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro.

Subito dopo la festa dell'Epifania, ossia martedì 7 gennaio, il Tribunale del Riesame si pronuncerà sul ricorso presentato dai legali dell' Ilva in As contro la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l'istanza di proroga della facoltà d'uso per l'Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico pugliese, sequestrato a giugno 2015 nell'ambito dell'inchiesta sulla morte dell'operaio Francesco Morricella. Nello stesso giorno, però, termineranno anche le operazioni preliminari di spegnimento e dal giorno seguente, senza altre disposizioni e secondo il cronoprogramma del custode giudiziario, l'impianto dovrebbe fermarsi.

L'eventuale stop dell'Afo2 avrebbe ripercussioni immediate sui livelli occupazionali dello stabilimento di Taranto. Arcelor Mittal già da tempo ha comunicato di voler ricorrere alla cassa integrazione straordinaria per 3.500 lavoratori. E proprio il 30 dicembre scorso è ripartita, senza accordo sindacale, la Cassa integrazione ordinaria (Cigo) per 1.273 dipendenti. Si tratta della seconda proroga della procedura avviata il 2 luglio scorso e durerà altre 13 settimane.

In questo inizio d'anno ad essere in apprensione non sono solo i dipendenti dell'ex Ilva o dell'Alitalia, ma anche quelli di tante altre aziende come Whirlpool, Auchan, Safilo, Mercatone Uno: gruppi che rientrano nei 150 tavoli di crisi industriali che si trova ad affrontare il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli. A fine ottobre è stata evitata, in zona Cesarini, la chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli, che impiega oltre 400 lavoratori, con il ritiro della procedura di cessione, ma il sito che produce lavatrici d'alta gamma per l'azienda resta «insostenibile» e vanno trovate dunque soluzioni alternative.

Dalle lavatrici ai supermercati il passo è breve: con l'acquisizione dei punti vendita Auchan in Italia (1.309), Conad ha chiesto 3.105 esuberi sul totale di 16.140 dipendenti, poi c'è da gestire il fallimento di Mercatone Uno che ha lasciato per strada 1.800 lavoratori. Nel frattempo i dipendenti di Safilo saranno in attesa di notizie dal tavolo al Mise, che dovrebbe tenersi questo mese, secondo quanto comunicato alcuni giorni fa dall'assessore regionale alle Attività produttive del Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini. L'azienda, uno dei maggiori produttori al mondo di occhiali da sole e vista, ha annunciato un piano industriale lacrime e sangue con 700 esuberi e la chiusura dello stabilimento di Martignacco (Udine).

E restando in Friuli, si potrebbe «arrivare a una firma» dell'accordo di programma sulla Ferriera di Trieste «nelle prime settimane di gennaio», dopo il referendum sindacale, ha detto Patuanelli, circa la vicenda dell'impianto siderurgico di proprietà del gruppo Arvedi.
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