Comune, ennesima beffa nel bilancio: 700 milioni di euro disponibili non vengono spesi

Comune, ennesima beffa nel bilancio: 700 milioni di euro disponibili non vengono spesi
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Venerdì 3 Gennaio 2020, 10:27
Il Campidoglio ha chiuso il 2019 con un nuovo record negativo, quello dei soldi non spesi: quasi 700 milioni di euro. Cioè mezzo punto di Pil nazionale, che potrebbe servire per costruire strade, riammodernare la flotta degli autobus o migliorare il welfare. E che invece non è stato utilizzato per incapacità progettuale e ritardi burocratici. Da Palazzo Senatorio trapela la notizia che “l’overshooting” sarebbe pari a quasi il 70 per cento del miliardo totale che lo scorso anno si doveva impegnare sugli investimenti per progetti con una valenza triennale. Numeri ancora più preoccupanti se si pensa che Roma Capitale destina appena un quinto del suo bilancio complessivo (da 5 miliardi di euro) per lo sviluppo. Senza dimenticare che l’overshooting nel 2017 si era attestato a mezzo miliardo di euro e nel 2018 a 380 milioni. Il trend quindi peggiora.
È lunga la lista di opere saltate, o meglio rinviate, nel 2019. Soltanto guardando all’ultima variazione di bilancio approvata a fine novembre, svettano i 6,8 milioni di euro destinati al completamento per l’accesso della stazione Jonio della linea B1 della Metro, gli 1,4 milioni stanziati per la nuova sede del XV Municipio, gli 1,16 milioni che sarebbero serviti per avviare le nuova tramvia Cavour-Lanza e i 250mila per la futura funivia Battistini Casalotti. Sposati alle prossime annualità anche 800mila euro per la manutenzione straordinaria via Nairobi, i 722mila diretti alle strade del quadrante di Bravetta, i 515mila per la messa in sicurezza delle aree di superficie in via Como, i 510 per il restyling del parcheggio di scambio di Saxa Rubra o il mezzo milione per fermare lo sgretolamento delle Mura Aureliane.
Gli uffici stanno facendo l’ultimo monitoraggio, anche per capire se i Municipi sono riusciti a invertire le loro capacità di investimento. E ai quasi 700 milioni di euro, legati però soltanto alla parte in conto capitale, potrebbero aggiungersi altri ancora soldi non impiegati e collegati alla spesa corrente. Cioè principalmente a opere di manutenzione. Quel che è certo è che tutti questi fondi sarebbero sufficienti a migliorare i trasporti della Capitale, a riempire le buche, a costruire quegli impianti per il trattamento dei rifiuti che rallentano la raccolta di Ama fino a ridurre l’altissima addizionale Irpef e la salata quota di Tari pagata dai romani.
Per capire da che cosa è generato questo fenomeno, emblematicissimo dell’incapacità di un’amministrazione, è utile rifarsi alla relazione presentata dall’Oref, l’organo di revisione economico e finanziario del Campidoglio presentata lo scorso ottobre in allegato al bilancio di previsione 2020-2022 presentato dalla giunta. In quell’occasione i “controllori” di Palazzo Senatorio segnalarono che è «la non corretta programmazione a generare il ricorso a continue variazioni di bilancio e il profilarsi di un ennesimo overshooting». Quindi l’Oref si era soffermato anche sulle «carenze relative all’espletamento delle procedure inerenti le spese per investimenti». Tradotto, a monte, si sconta un gap strategico da parte della giunta di programmare politiche coerenti e concrete per il rilancio della città; a valle - cioè negli uffici del Comune e dei Municipi - si paga l’assenza di personale e di competenze necessarie per scrivere gare d’ appalto in tempi brevi e a prova di contenzioso o di realizzare progetti tecnicamente aderenti alle disposizioni di legge. Per non parlare dei dirigenti, che - dopo la stagione di Roma Capitale - per paura di ripercussioni giudiziarie hanno paura di firmare gli atti necessari a sbloccare le opere.
Al di là delle cause, il risultato è semplice: soltanto nel 2019 ci sono quasi 700 milioni che potevano cambiare il volto della città e che invece “andranno in economia”: non si perderanno, ma visti i vincoli di bilancio imposti dalle regole di stabilità interna sarà molto complicato spenderli negli anni successivi. Il tutto con conseguenze pratiche molto rilevanti per la vita quotidiana dai romani.
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