Un pedone morto ogni sei giorni: in un caso su 2 è corresponsabile

Un pedone morto ogni sei giorni: in un caso su 2 è corresponsabile
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 30 Dicembre 2019, 12:21
Le vittime da una parte, i colpevoli dall’altra. È consuetudine tendere alla semplificazione anche quando i protagonisti restano coinvolti in un incidente stradale. Ma la realtà regala altre prospettive e i numeri raccolti dall’Aci – automobile club d’Italia – dimostrano come molto spesso invece sia più opportuno parlare di concause e corresponsabilità. Nel 2018 su 64 incidenti mortali con pedoni coinvolti, quest’ultimi in 29 casi (quasi uno su due) erano corresponsabili. Non è Roma una città che riesce a difendersi dall’indice dei sinistri e degli incidenti stradali e le ragioni sono molteplici: lo stato in cui versano arterie, consolari e strade urbane, quello relativo alla segnaletica, la distrazione in chi guida, la disattenzione tra chi cammina e si trova ad attraversare un incrocio.

Nel corso del 2018 la Capitale ha contato 2.236 incidenti in cui sono rimasti coinvolti pedoni con un aumento di sei casi rispetto all’anno precedente e con una media di sei episodi ogni giorno. A questo triste paniere vanno poi aggiunti gli incidenti mortali sempre tra autovetture, scooter, bus e pedoni. Ben 64 casi nel 2018 con un aumento di 17 episodi sull’anno precedente. Fermandosi a una prima lettura, oltre a un pur lecito stupore su un’incidenza tutt’altro che marginale, non si potrebbe aggiungere altro. Ma sempre l’Aci ha analizzato – come fa ormai abitualmente da anni – in che posizione si collocano le vittime. Coloro i quali restano feriti o uccisi sulle strade della Capitale. Ebbene, partiamo dagli episodi dello scorso anno (esclusi i mortali).

Su 2.236 episodi in 568 casi è stata accertata una corresponsabilità da parte del pedone. Ovviamente non una volontà a essere investito ma una compartecipazione all’ incidente che con una buona percentuale ha riguardato passanti colpiti mentre attraversavano, ad esempio, la strada con il rosso al semaforo oppure la percorrevano al di fuori degli attraversamenti regolari. Questo giustifica coloro i quali erano al volante di un’auto o di una moto? Assolutamente no.

Entrando ancora più nel dettaglio, si contano invece, sempre sugli episodi del 2018, 419 pedoni che – pur venendo investiti – non avevano alcun tipo di responsabilità. Lo scenario diventa più complicato e – forse anche più drammatico per chi poi ne è rimasto coinvolto – sui sinistri per i quali non è stato possibile stabilire con precisione, per una serie infinita di ragioni, le responsabilità oggettive delle parti in causa. E su 2.236 incidenti, 1.249 rientrano nella voce “imprecisato”. Colpa del guidatore o del pedone? O di entrambi? Non è stato possibile dimostrarlo con certezza. Un’analisi a parte meritano gli incidenti mortali: nel 2018 se ne è verificato in media uno ogni sei giorni. Anche in questa categoria l’Aci ha sviluppato un’analisi, fotografando come in 29 casi le vittime siano poi risultate corresponsabili, in 15 non responsabili mentre in 20 casi non è stato possibile stabilirne le responsabilità.

Di certo anche per attenuare cifre così impietose tante associazioni, comprese quelle di professori e insegnanti, invocano una maggiore sensibilizzazione al pericolo non solo per chi si mette alla guida di un mezzo ma anche per chi, a piedi in strada, deve sapere come comportarsi.
Soprattutto per difendere se stessi.
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