Luca Sacchi, i dubbi su Anastasia: «Aveva deciso di lasciarla»

Anastasiya Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi il giovane ucciso all'Appio
di Alessia Marani
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Domenica 22 Dicembre 2019, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 11:27

C’è stato un momento in cui il rapporto tra Luca Sacchi e Anastasia Kylemnyk stava per chiudersi una volta per tutte. A Luca certi comportamenti della sua ragazza evidentemente non andavano più giù, ma le voleva bene, «aveva un gran senso di protezione verso di lei e probabilmente certi atteggiamenti non lo convincevano appieno», dice Alfonso Sacchi, il papà. Avevano litigato Luca e Anastasia qualche tempo prima del delitto. Bisticci che non erano passati inosservati in casa Sacchi, dove la baby sitter 25enne di origine ucraina era ormai ospite fissa. Lei che nella sua casa all’Alberone dove vivono anche la mamma con il compagno, la sorellina più piccola e uno zio, sembrava non volesse restarci troppo. Aveva già provato una volta a condividere un appartamento con un’amica ma poi avevano discusso e lei se ne era andata. Era il periodo in cui i ragazzi avevano cominciato a frequentarsi e per questo Luca chiese il permesso ai genitori di accoglierla in casa. 

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L’idillio, però, a un certo punto sembra spezzarsi. «Luca la voleva lasciare - spiega Alfonso - era deciso. Ma poi un giorno mi disse: a pa’ ma se la lascio dove va? Che fa? Luca era troppo buono, non aveva cuore per lasciarla in difficoltà e, forse, anche se non era troppo convinto, continuava a volerle bene, anche per quello spirito di protezione che lo ha sempre contraddistinto». Alfonso ricorda il figlio come una sorta di gigante buono. Forse anche un po’ ingenuo. «Una montagna di muscoli, alto 1,90 magari proprio per evitare che Anastasia finisse in qualche guaio più grosso, le è rimasto accanto», dice Alfonso. Che ora ha un cruccio: «Se solo avesse preso quella decisione, di chiudere la storia, forse Luca sarebbe ancora vivo». La sera prima dell’omicidio, avvenuto al termine di una trattativa per la compravendita di marijuana, Anastasia e Giovanni Princi, il loro amico che aveva preso contatti con i pusher di Casal Monastero, avevano trascorso del tempo insieme. Per due ore Luca e mamma Tina l’avevano aspettata a casa, ma lei era ancora con lo studente di psicologia, figlio di un medico e di una insegnante. Una intesa tra i due che aveva insospettito Tina nel corso di una vacanza in montagna. Possibile che Anastasia - che aveva i 70mila euro necessari per acquistare la droga nello zainetto rapinato dai pusher - e Princi avessero messo in piedi l’affare all’insaputa di Luca Sacchi? Possibile che Nastia abbia usato il suo forte ascendente sul ragazzo per averlo vicino a se - proprio in virtù della sua stazza - nei momenti più delicati della nuova attività intrapresa di “corriere” della droga? Nel corso di un’altra indagine, una decina di giorni prima che Valerio Del Grosso ha sparato in testa a Luca, il personal trainer era stato identificato durante un controllo nei pressi della Coin insieme a Princi che aveva appuntamento con un pregiudicato per droga. 
 
Una casualità? Sempre nella vacanza in montagna Federico, il fratello più piccolo di Luca, racconterà ai genitori che aveva visto Princi e la fidanzata Clementina, farsi le canne con Anastasia, mentre Luca si arrabbiò molto per questo. Al ritorno a Roma la presenza di Anastasia in casa Sacchi si diradò. Tanto che proprio alla vigilia del delitto, “Nastia” aveva lasciato una caparra da 900 euro per l’affitto di un seminterrato in via Baronio, nonostante non avesse un reddito sufficiente. Luca con il papà aveva messo le mani avanti: «Io ci andrò poco...». Che quell’appartamentino potesse servire, in realtà, per fare quella che in gergo chiamano “la retta”? Ovvero tenere droga o soldi all’occorrenza? Lo chiariranno le indagini dei carabinieri che proseguono per capire se la trattativa del 23 ottobre, in cui i ruoli di Anastasia e Princi sarebbero definiti, non sia un caso isolato ma nasconda un giro molto più ampio e collaudato. 

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