Popolare Bari, sotto attacco la vigilanza di Bankitalia. Visco: «Noi capro espiatorio»

Popolare Bari, sotto attacco la vigilanza di Bankitalia. Visco: «Noi capro espiatorio»
di Roberta Amoruso
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Martedì 17 Dicembre 2019, 11:31
Dallo scontro sul salvataggio si passa all'attacco a Bankitalia. Il decreto del governo metterà in salvo i risparmi di circa 600.00 clienti, tra cui 100.000 aziende da cui dipendono 6 miliardi di impieghi della Banca Popolare di Bari. Si sono anche blindati circa 8 miliardi di depositi, di cui soltanto 4,5 miliardi garantiti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi, che peraltro ha disponibilità limitate a 1,7 miliardi.

Per tutti questi motivi sottolineati anche dalle relazioni di Bankitalia, era un'«esigenza» più che «un obiettivo», come sottolineato dal viceministro allo Sviluppo, Stefano Buffagni, intervenire perché lo Stato diventi azionista di maggioranza della Banca popolare pugliese. Ma la caccia alle responsabilità già scattata nelle file dei Cinquestelle non mette nel mirino solo i manager. Il dito è puntato contro l'istituto di Via Nazionale guidato da Ignazio Visco. Ma il governatore di Bankitalia è pronto a rispedire l'intero dossier al mittente: «La Banca d'Italia era allora, è adesso e resterà sempre un'istituzione all'esclusivo servizio dello Stato», ha fatto sapere il governatore prendendo spunto dal lavoro esemplare che all'epoca fece Giorgio Ambrosoli nel crac Sindona. Con poche parole lapidarie, Visco ha difeso ruolo e autorevolezza della banca centrale. Una trincea contro gli attacchi del Movimento 5 Stelle sui presunti buchi nella vigilanza ma anche contro la scelta di Antonio Blandini come commissario della Popolare, «il professore universitario che, in passato, era stato indicato dalla stessa autorità come membro del comitato di sorveglianza nel commissariamento di Tercas».

L'ESEMPIO
Per la verità, Visco non ha fatto alcun esplicito riferimento al caso che infiamma in questi giorni politica e opinione pubblica, ma lo spunto del caso Ambrosoli, raccontato in un docufilm presentato ieri in anteprima, è l'occasione per mandare un messaggio chiaro a chi dubita dell'efficacia dei controlli nei fatti che ha portato la Popolare di Bari al commissariamento e poi all'intervento del governo. «La vicenda di Giorgio Ambrosoli non deve essere dimenticata», dice il governatore, «non solo per il ruolo che riveste nella storia di questo Paese, ma anche per l'alto esempio che offre alle giovani generazioni.

Oggi viviamo in un clima difficile - avverte il governatore - la situazione economica non è favorevole, si è spesso alla ricerca di illusori capri espiatori» e ne emergono «sentimenti di odio» e «modelli negativi». Anche la relazione diffusa ieri sulle tappe del confronto tra Vigilanza e Popolare di Bari prova a respingere la raffica di critiche arrivate soprattutto dal fronte Cinquestelle. Luigi Di Maio è anche arrivato a rilanciare la commissione d'inchiesta sulle banche e a chiedere i verbali delle ispezioni per sapere se ci siano stati «omessi controlli». «Nessuna pietà per i manager», dice poi il leader M5S. Un tema caro anche a Buffagni che esorta ad andare «come un bulldozer contro i banchieri della Popolare ora senza timidezza o moderazione». Purché non si dimentichino le presunte «falle» nella vigilanza.

Matteo Renzi, invece punta il dito sull'«ipocrisia» di chi, tra gli M5S, aveva tanto criticato i salvataggi delle banche venete. Mentre Matteo Salvini chiede la riforma della Vigilanza di Bankitalia, sulla linea di Fratelli d'Italia. E se per Renato Brunetta, responsabile economico di Forza Italia «il governo è intervenuto tardivamente». Per il segretario del Pd, Nicola Zingaretti , l'esecutivo «si è assunto la responsabilità alla luce del sole di salvare cittadini e risparmiatori».

Da Bruxelles intanto la portavoce della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager è in contatto con l'Italia, pronta «a discutere le condizioni degli strumenti disponibili nell'ambito delle norme Ue». Mentre dal fronte sindacale, la leader della Cisl Annamaria Furlan avverte che «serve ora una riforma che cambi la governance delle banche e modifichi il sistema di vigilanza pubblica». L'ennesimo attacco a Via Nazionale.
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