Ha detto così: «romanella», una parola che neanche nelle conversazioni tra romani di nascita ricorre tanto di frequente. Secondo il Dizionario Romanesco di Fernando Ravaro (una delle rare opere lessicografiche dedicate al dialetto della Capitale) “romanella” è il piatto di pasta avanzata che si ripassa in padella per riscaldarla e restituirle un po’ di gusto. Ma con il tempo, nel romanesco contemporaneo, la parola è passata a indicare metaforicamente un lavoro sbrigativo e superficiale fatto per rimettere a posto o ridare un lustro apparente a cose abbastanza malmesse. Dunque un termine che, in questo significato, non è mai stato registrato nei libri, ma che percorre la città sottotraccia, passa di bocca in bocca, e che il pontefice ha evidentemente captato. Come un vero romano.
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