Mentre il più anziano del gruppo, Lazar Chaieb, 32 anni, sposato e con una figlia di quattro anni, voleva raggiungere l'Italia per curarsi. «Da quattro anni aveva un tumore - spiega la madre, anche lei in lacrime -, ma il consolato italiano due anni fa gli aveva negato il visto per motivi di salute. E così lui ha tentato di raggiungere l'Italia con un barcone dopo essersi attaccato all'addome, dentro una busta di plastica e con il nastro adesivo, le cartelle cliniche che documentavano il suo stato» Un comportamento, quello del consolato, definito «vergognoso» dal sindaco Orlando: «È il frutto del clima che si è creato nel nostro Paese», ha dichiarato il sindaco che ha consegnato alle quattro donne la Carta di Palermo sui diritti alla mobilità dei migranti.
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