“6 Underground”, l’action movie che evita Roma: troppe buche

“6 Underground”, l’action movie che evita Roma: troppe buche
di Eva Carducci
4 Minuti di Lettura
Domenica 15 Dicembre 2019, 01:16

SAN PAOLO Dopo il caso Bond, con la Aston Martin di 007 bloccata da buche e sampietrini a Roma, il manto stradale della Capitale torna a essere un problema per le grandi produzioni cinematografiche.

Motivo per cui l’inseguimento al cardiopalma del nuovo film Netflix, 6 Underground, diretto da Michael Bay (il primo targato Netflix del regista), è stato girato a Firenze e non nella Capitale: «A Roma ci sono buche e sampietrini, non potevamo girare lì in macchina», la spiegazione logistica di Manuel Garcia-Rulfo, uno dei protagonisti insieme a Ryan Reynolds, che, facendo eco a una delle battute del suo personaggio, aggiunge: «Non hai vissuto veramente se non hai mai guidato un’Alfa Romeo per le stradine di Firenze a 160 km/h, senza sapere cosa stai facendo. Girare con Michael Bay delle volte equivale a essere nel caos, perché ha tutto in testa e non lo condivide, ma alla fine tutto assume senso. In più ho visto il David di Michelangelo da vicino, impressionante». 
 



IL FESTIVAL
La locandina del film (disponibile da venerdì scorso su Netflix), con il Duomo di Firenze in bella vista, svetta nell’Auditorium del CCXP, il Brazilian Comic Con di San Paolo, il più grande festival della cultura pop del mondo con 115 milioni di metri quadrati d’esposizione, 280.000 visitatori in 4 giorni, e un fatturato di 265 milioni di real brasiliani (più di 57 milioni di euro), dove il film è stato presentato in anteprima. Azione, umorismo e adrenalina sono compresi nel pacchetto del regista di Pearl Harbour e Armageddon, a mancare totalmente invece, rendendo tutto intrigante, l’ausilio di ricostruzioni digitali e schermi verdi: «È un ritorno alle origini, con un film d’azione all’insegna di grandi esplosioni analogiche, non digitali, e inseguimenti mozzafiato. Vorrei dire che nessuna esplosione è stata ferita durante il film, ma qualcuna non ce l’ha fatta» commenta Ryan Reynolds. 

Due donne, Mélanie Laurent (l’ex Shoshanna di Bastardi senza Gloria), Adria Arjona (Triple Frontier), e cinque uomini: Ryan Reynolds (Deadpool), Dave Franco (The Artist), Ben Hardy (Bohemian Rhapsody), Corey Hawkins (BlacKkKlansman) e Manuel Garcia-Rulfo (I Magnifici 7), sono gli specialisti di un gruppo di ex (spie, militari, filantropi, assassini, medici) che si identificano con un numero al posto del nome. Disposti ad abbandonare la loro vita per viverne una da fantasma, combattono altruisticamente per difendere il mondo dai regimi dittatoriali e dalla criminalità. In un film con protagonisti un gruppo di spettri il vero fantasma però è la Capitale.

Mentre alcune sequenze sono state girate a bordo di un panfilo in Puglia (uno delle imbarcazioni preferite da Beyoncé, e anche da Ryan Reynolds: «abbiamo bevuto responsabilmente sullo yacht, mai visto niente di simile!»), molte delle scene d’azione (sotto una pioggia torrenziale senza precedenti) hanno preso vita nella Vela di Calatrava di Tor Vergata, già ambientazione della serie Netflix Suburra. L’unica città italiana ad essere citata ufficialmente però è Firenze.

«Ci siamo divertiti a portare caos nella perfezione architettonica della città dei Medici» commenta la Laurent a cui si aggiunge la Arjona: «Non sappiamo come abbia fatto Michael Bay a ottenere il permesso per girare sulla cupola del Duomo, così come per gli inseguimenti nei lungarni fiorentini». Un’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, verde neon, sfreccia infatti ad alta velocità sull’asfalto del centro storico di Firenze. Una sequenza d’apertura che regala non solo adrenalina, anche una carrellata di pittoreschi stereotipi culturali del Bel Paese. «Ho avuto molta paura» commenta la Arjona «Michael era nel sedile davanti, senza cintura, Una frenata di troppo e saremmo dovuti correre in ospedale. Ma il gioco valeva la candela, e poi, c’era la pasta! Tutto l’allenamento fatto è andato a farsi benedire».

GLI ERRORI
A colpire poi è anche la possibilità di poter cancellare con un colpo di spugna i propri errori del passato: «si possono cancellare i film fatti?» azzarda Reynolds, alludendo probabilmente al suo Lanterna Verde, «solo se io posso cancellare alcuni, dei miei ex fidanzati» gli fa eco Melanie Laurent. Alla fine però chi pagherà i danni? Reynolds se ne lava le mani: «Accettate Michael Bay come pagamento?».
 

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