Schianto del filobus, l'ultimo saluto a Shirley. La famiglia: «Chiediamo giustizia»

Schianto del filobus, l'ultimo saluto a Shirley. La famiglia: «Chiediamo giustizia»
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Sabato 14 Dicembre 2019, 20:37
MILANO «Shirley era una donna straordinaria, dava tutto per gli altri, we love you, ti amiamo!». A pronunciare le ultime parole di saluto a Shirley è la sorella Violetta, in lacrime. «Nessuno poteva dire male di lei, faceva tutto per gli altri. Non chiedo niente, solo giustizia. La figlia non parla ma nel suon cuore chiede giustizia ed è quello che chiediamo anche noi».
DUE INDAGATI
C’è tanta gente al funerale di Shirley Ortega Calangi, la baby sitter di origine filippina di 49 anni morta dopo lo scontro di sabato 7 dicembre a Milano tra un filobus e un mezzo della raccolta dei rifiuti. Una persona dolce, che aveva sempre il sorriso e sapeva regalarlo agli altri. È è così che è stata ricordata da tutti coloro che l’amavano. L’hanno pianta il compagno, la figlia ventiseienne Angie arrivata dalle Filippine, la sorella e almeno duecento persone, fra cui i vertici di Atm e il console di Manila, Mersole J. Mellejor. In prima fila davanti al feretro Christian Ghinaglia, compagno della vittima, che una settimana fa l’ha vista spirare in ospedale poche ore dopo lo scontro per cui, al momento, sono indagati conducenti di entrambi i mezzi per omicidio stradale aggravato e lesioni colpose. Le attenzioni sono concentrate sull’autista del filobus, 28 anni, in Atm da pochi mesi, che secondo una passeggera prima dell’incidente «parlava ad alta voce» al telefono, e che fin qui si è difeso dicendo di aver avuto «un malore improvviso».
FELICE ANCHE NELLE DIFFICOLTA’
«Noi crediamo nella giustizia, la famiglia ha dato in mano la questione a un avvocato e sono in attesa di avere giustizia», ha detto Ghinaglia, prima di prendere posto in chiesa, davanti alla sorella della compagna, Violetta, e alla figlia, Angie.
A loro hanno fatto le condoglianze il presidente di Atm Luca Bianchi, il dg Arrigo Giana e alcuni dipendenti in divisa dell’azienda dei trasporti milanesi, mentre nei depositi e sui filobus della 90/91, la linea della tragedia, quando è iniziato il funerale è stato osservato un minuto di raccoglimento. Ghinaglia ha raccontato di esserle «stato accanto finché le macchine hanno dato zero. Speravamo sempre, la speranza non muore mai. Come si va avanti? Dobbiamo ricordarla come una persona che sorrideva sempre, anche nelle difficoltà, e ci ha insegnato a tenere lontano tutte le cose negative e cercare di essere felici con quello che si ha». Resterà nel cuore anche delle mamme delle due famiglie per cui lavorava come tata a Milano. «Era stupenda, amava la vita - ha ricordato una di loro - faceva ridere i bimbi come nessun altro, nemmeno io sono mai riuscita a fare ridere così i miei figli».
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