Accordo firmato: "Catalent"
punterà sul biologico
e riqualificazione dei dipendenti

L'ingresso dello stabilimento
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Venerdì 13 Dicembre 2019, 21:55 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 20:35
Un incontro di due ore (dalle 11 alle 13) per siglare un verbale di accordo che sancisce la fluidità del passaggio del sito industriale farmaceutico della Bristol-Myers Squibb al colosso statunitense «Catalent». 
«E’ senz’altro una transazione storica per la Ciociaria, sia per dimensioni che per coinvolgimento delle maestranze - commenta Antonella Valeriani, segretario della Femca-Cisl -. Negli ultimi decenni non ne ricordo una simile». Un percorso, quindi, che volge al termine e che ha visto protagonisti il direttore generale di Bristol-Myers Squibb Barbara Sambuco, il direttore delle Risorse Umane Davide Boccacci insieme ai vertici di Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiletec Uil, Antonella Valeriani, Sandro Chiarilitti e Mauro Piscitelli.
Dunque, il 31 dicembre sarà smontata l’insegna «Bristol» per far posto alla nuova «Catalent». Ma cosa cambia?
L’accordo è quanto mai chiaro: Catalent garantisce il mantenimento di tutti i posti di lavoro nonchè il pacchetto retributivo e benefit.
«Ma la cosa più importante - commenta Piscitelli - è che, per i prossimi 5 anni, è stata assicurata sia la continuità produttiva che il mantenimento dei diritti acquisiti».
«Non solo - gli fa eco Chiarlitti - ma Catalent ha annunciato un forte investimento per i prodotti biologici, vale a dire farmaci senza principi attivi derivanti da processi chimici. Un mercato in fortissima espansione. Non a caso, per i prossimi 12 mesi, sono attesi ad Anagni tutti i maggiori clienti del mondo».
Catalent, comunque, illustrando il piano per il 2020, ha confermato che ci sarà una flessione per i «prodotti maturi» (ossia i farmaci che sono sul mercato da circa 20 anni e, dunque, ormai superati) e, allo stesso tempo «non vi sarà la disponibilità di nuovi prodotti a causa dei tempi di autorizzazione (in media, per un nuovo farmaco, occorrono dai 12 ai 18 mesi)». Ma la società ha subito tranquillizzato i sindacati spiegando che, anzichè ricorrere alla cassa integrazione, si impegna a riqualificare il personale con corsi di formazione «finalizzati ad ampliare le competenze».
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