Gli incontri segreti di Salvini con i ribelli M5S: «Altri in arrivo, punto a destabilizzare»

Gli incontri segreti di Salvini con i ribelli M5S: «Altri in arrivo, punto a destabilizzare»
di Simone Canettieri
3 Minuti di Lettura
Venerdì 13 Dicembre 2019, 01:51 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 16:41

Incontri romani riservati nel suo ufficio di senatore semplice, ma anche nei territori. A margine delle mille tappe della sua campagna elettorale permanente. In Umbria, come in Campania. Così Matteo Salvini ha aperto le porte a chi «con coerenza, competenza e serietà, ha idee positive per l’Italia e non è succube del Pd». Un lavoro certosino. Che dura da settimane e che, assicura chi ha parlato con il leader della Lega, «non finirà qui». Ovvero: con i passaggi del trio Grassi-Urraro-Lucidi.

M5S, Grassi, Urraro e Lucidi passano alla Lega. Di Maio: è mercato delle vacche

Salvini ai 5 Stelle: «Da noi le porte sono aperte». E in aula sfida il premier Conte
 





L’Opa del Carroccio sui 5 Stelle recide, davanti agli occhi del resto del centrodestra, il cordone ombelicale tra i due ex leader del governo gialloverde. Non solo. Soprattutto nella mente dell’ex ministro dell’Interno ha un’altra funzione: «Destabilizzare il quadro politico, sapendo che non sarà il passaggio di un gruppo di senatori grillini a far cadere il governo. Ma si creerà così il clima ottimale per arrivare a un incidente politico, alla crisi», racconta chi ha raccolto in queste ore l’umore di Salvini.

Sicché la linea è: piano con gli ingressi, anche se ce ne saranno degli altri, ma sempre a Palazzo Madama. La Camera non è contemplata in queste ore. I cancelli sono chiusi. D’altronde a Montecitorio la maggioranza giallorossa è solida e dunque «qualsiasi sforzo è inutile».

Lo sa bene Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, gran cerimoniere dei fuoriusciti grillini: «Non abbiamo vinto il biglietto della lotteria per far cadere il governo, ma abbiamo iniziato a riscuotere i primi premi», racconta a chi gli chiede lumi sulla strategia in campo.
 
I PONTIERI
Anche Stefano Candiani, braccio destro di Matteo e già sottosegretario con lui al Viminale, è molto attivo su questo fronte: «Vedrete, ci sarà un effetto emulazione. Basta rompere gli argini. Il problema sarà dell’esecutivo con il passare del tempo: faticherà sempre di più a ottenere la maggioranza». 
Candiani ha avuto un ruolo molto forte nel convincere, per esempio, Lucidi. Pranzi, riunioni, telefonate insieme al «Capo», sfoghi sull’Umbria. 

La Lega scommette su una dinamica interna alla maggioranza, dunque. Il crash. Gli occhi sono puntati sul Nazareno. «Fino a quando Nicola Zingaretti terrà in piedi questo governo, con il Pd che perde consensi, e regioni, mese dopo mese?», si chiede Andrea Crippa, vicesegretario e braccio destro (in ascesa) di Salvini. Colui che annunciò in tempi non sospetti l’arrivo di venti parlamentari grillini.

Ecco, la Lega vuole battere su questo punto: sulla debolezza della leadership Di Maio e sui timori del Pd, sapendo che il cortocircuito può essere davvero dietro l’angolo: dalla prescrizione alle regionali in Emilia Romagna, passando per uno dei tanti dossier divisi sul tavolo del governo.

Nel frattempo, va avanti la strategia della nuova Lega che sarà ufficializzata l’ultimo week-end prima di Natale durante un congresso che metterà in soffitta la vecchia Lega Nord (che rimarrà solo come bad company) per lanciare così il partito di Salvini premier. Una pietra sul passato che al momento trova in disaccordo solo Umberto Bossi, l’unico ad aver votato contro a questa ipotesi all’ultimo consiglio federale. Un gesto romantico davanti al mondo che cambia anche in via Bellerio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA