“Naturalmente”, il convegno del Messaggero, obiettivo emissioni zero: «Con gli incentivi si può»

“Naturalmente”, il convegno del Messaggero, obiettivo emissioni zero: «Con gli incentivi si può»
di Francesco Malfetano
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Giovedì 12 Dicembre 2019, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 13:35

«Serve cambiare la nostra mentalità e dimostrare che la sostenibilità conviene. L’impatto zero infatti è un traguardo raggiungibile, ma solo modificando i nostri comportamenti». È un messaggio positivo quello lanciato da Virman Cusenza, direttore de Il Messaggero, in apertura del convegno “Naturalmente” organizzato ieri dal giornale all’Ara Pacis e seguito ideale dell’evento sull’Economia Circolare del 30 ottobre scorso. Una conferenza che mettendo insieme ricercatori come il premio Nobel Riccardo Valentini, imprese ed enti come Eni, Aci ed Esselunga, ha posto l’attenzione - come suggerito dal sottotitolo - su “armonia della crescita” e, quindi, sulla “rivoluzione verde” da compiere.

Naturalmente, il convegno del Messaggero. Cusenza: «Non tassare ma incentivare»
Naturalmente, rete infinita per le città intelligenti

D’altronde, come ha precisato il direttore, «ambiente, sviluppo e sostenibilità sono le basi del piano green trattato proprio ieri da Ursula Von Der Leyen alla Commissione Europea». Un progetto che passa non solo dagli investimenti ma anche da un cambio di mentalità sia da parte delle istituzioni («Incentivare e non tassare - ha spiegato Cusenza - defalcando dai bilanci dei Paesi gli investimenti green») che da parte dei consumatori.
 




LE EMERGENZE
«Basta poco - ha spiegato Valentini - mangiare carne rossa 2 volte a settimana anziché 5 ridurrebbe le emissioni del 30%». Il professore di Ecologia all’Università della Tuscia e vincitore del Nobel per la pace nel 2007 assieme ad Al Gore e agli scienziati del Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici (IPCC), ha fatto il punto sulle emergenze che riguardano il Pianeta. Da quella demografica con la popolazione mondiale che «nel 2050 raggiungerà i 9 miliardi e vivrà all’80% nelle città», fino al consumo delle terre per «sostenere la popolazione dal punto di vista alimentare».

Proprio il settore agroalimentare infatti «è responsabile al 37%» del riscaldamento globale ed è quello su cui bisogna intervenire prima «insegnando» un nuovo modo di intendere il cibo e di «valutare i prodotti in commercio» come sottolineato anche dall’esperto in sicurezza alimentare Luciano Atzori. Oggi farlo significa affidarsi ad aziende responsabili come Esselunga che «fin dagli anni ’60 ha scelto di essere una food company - ha raccontato Luca Magnani, direttore assicurazione qualità del gruppo - mettendoci la faccia» e scegliendo di assumere una «responsabilità nei confronti del consumatore» al quale «garantiamo cibo sano», «biologico» e «curato nei minimi dettagli». Il cambiamento, quindi, è possibile e lo dimostra anche la storia del car sharing nella nostra Penisola.

«Con Enjoy negli ultimi 6 anni - ha spiegato dal palco romano Giuseppe Macchia, vice presidente senior Marketing and Smart Mobility di Eni - abbiamo visto quanto sia cambiata l’esigenza dei cittadini in termini di mobilità», abbracciando soluzioni nuove a problemi concreti.

Così ora il car sharing si utilizza pur avendo un veicolo di proprietà, «Ad esempio a Roma per le persone che non hanno accesso alla zona ZTL» aggiunge Macchia. La nuova mobilità in pratica, quella che renderà «furbe oltre che intelligenti le nostre città» secondo Emanuela Donetti, co-founder Urbano Creativo Smart City, è diventata base solida da cui partire per salvaguardare il Pianeta. Come ha precisato Giuseppina Fusco, presidente della Fondazione Filippo Caracciolo di Aci: «Dal nostro osservatorio è emerso che tutti gli operatori sono impegnati nel migliorare i servizi seguendo le linee europee in tema ambientale» e, per questo, «entro il 2030, senza ipotizzare nessun incentivo, saremo in grado di produrre solo il 10% in più delle emissioni rispetto agli obiettivi dati dalla UE». Non resta che accompagnare imprese e consumatori in questo percorso, che ora sappiamo, si può fare.

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