Anzio, picchiò un immigrato: condannato
I giudici: «Ma non fu razzismo»

Anzio, picchiò un immigrato: condannato I giudici: «Ma non fu razzismo»
di Antonella Mosca
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Giovedì 12 Dicembre 2019, 10:26
Niente aggravante di aggressione a sfondo razziale, per il Tribunale di Velletri, nel pestaggio di Buchi Henson, 24 anni, l’immigrato nigeriano senza fissa dimora avvenuta a settembre davanti alla stazione ferroviaria di Anzio. L’uomo era stato picchiato con una mazza da baseball in pieno giorno da due ragazzi del posto, uno di 18 e l’altro di 17 anni. Caduta l’aggravante, il maggiorenne ha potuto accedere al patteggiamento - comunque un’ammissione di responsabilità - e l’udienza si è chiusa con una condanna a 11 mesi con la sospensione condizionale della pena. L’altro giovane, denunciato, è in attesa della pronuncia della Procura per i minori di Roma.
Quel giorno alcune persone che erano in stazione, sentendo le grida, avevano soccorso lo straniero e chiamato il 112: una pattuglia dei carabinieri era arrivata in una manciata di minuti bloccando i due aggressori che abitano nel quartiere Sacro Cuore. Dopo un primo diverbio nel parcheggio Fs limitrofo a via Roma, i due erano andati a casa per prendere una mazza da baseball e lo avevano rincorso per picchiarlo. Questo aveva fatto pensare a un atto di tipo xenofobo. La difesa dell’accusato, richiedendo il rito per direttissima che prevede sconti di pena, ha invece puntato solo sull’aggressione “pura”.
La vittima durante il pestaggio non aveva subito insulti razzisti.
Una tesi accolta dal Pm e dal Tribunale che non hanno rilevato l’aggravante della xenofobia, per cui l’accusa è stata circoscritta a quella di lesioni aggravate dall’uso delle armi. Buchi Henson, anche se non parla bene l’italiano, aveva subito detto e ribadito di non conoscere i due ragazzi che lo avevano prima apostrofato in strada senza motivo e poi lo avevano rincorso e picchiato con la mazza. Il giovane è ora temporaneamente ospitato da una persona di Anzio e si sta organizzando una colletta per sostenerlo.
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