TRATTATIVA IN STAND BY
Il prestigio, nella circostanza, conta più del guadagno: la qualificazione vale solo 500 mila euro (1 milione il 1° posto) e la vittoria 570. Ai sedicesimi poi sarà possibile fa lievitare gli introiti con l’incasso della partita all’Olimpico e i risultati sul campo che portano comunque euro. Ma Fonseca, i giocatori e la società, puntando a tornare in Champions nella prossima edizione, vogliono intanto andare avanti ed essere protagonisti nel competizione continentale di consolazione. Lo chiede anche Pallotta, impegnato negli States a trattare la cessione del club con il californiano Friedkin che vorrebbe diventare il nuovo azionista di maggioranza entro Natale. Ma la negoziazione rimane complicata, perché il presidente chiede 850-900 milioni e il possibile acquirente, senza avere la certezza di poter contare sullo stadio di Tor di Valle, non intende al momento accontentarlo: confermata, dunque, la fase di stallo e il braccio di ferro tra il presidente e il tycoon.
SOTTO ESAME
Il nodo è la valutazione della società. Ancora in corso. Immediata e urgente, invece, quella di Fonseca su alcuni panchinari della Roma. «Sì, farò turnover, con almeno cinque novità», avverte l’allenatore. Che non può far altrimenti, avendo la rosa di nuovo dimezzata dagli infortuni. Sono 6 gli assenti: Santon, Smalling, Zappacosta, Cristante, Pastore e Kluivert. In più Pau Lopez resta ancora a riposo, spazio a Mirante che è stato reinserito nella lista Uefa, e Pellegrini, pure se presente tra i 20 convocati (la novità è Chierico jr, figlio di Dodo: il centrocampista 2001 ha appena rinnovato fino al 2022, ingaggio da 70 mila euro), forse non va nemmeno in panchina. Lì, solo per precauzione guardando alla partita di domenica contro la Spal, vedremo Kolarov e Zaniolo. Così sotto la lente di ingrandimento del portoghese finiscono 5 giocatori: Florenzi, da terzino destro, Fazio, in mezzo alla difesa e in coppia con Mancini (squalificato in campionato), Under, a destra nel ruolo preferito, Mkhitaryan, stavolta come trequartista, e Perotti, da esterno offensivo sinistro come a Milano contro l’Inter. Il centravanti, però, sarà Dzeko. Ecco che la verifica nella notte di Europa League non è allargata a Kalinic, escluso nuovamente dalla formazione di partenza. «Si sta allenando bene» fa sapere il tecnico. Che, però, lo lascia fuori, come venerdì a San Siro quando gli avrebbe fatto davvero comodo: solo 6 tiri verso la porta avversaria, performance peggiore in queste 20 partite stagionali.
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