Prendono il bancoposta a un 40enne morto ed effettuano due prelievi: scatta l'inchiesta

Prendono il bancoposta a un 40enne morto ed effettuano due prelievi: scatta l'inchiesta
di Teodora Poeta
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Martedì 10 Dicembre 2019, 10:10
Il giorno dopo la morte del 40enne del quartiere San Berardo di Teramo qualcuno ha usato il suo bancoposta per fare due prelievi. Neanche l’improvviso decesso che sarebbe avvenuto per un’overdose ha impedito ad uno sconosciuto di prendere la tessera e usarla per ritirare quasi 600 euro complessivamente. A scoprirlo sono stati i familiari di V.G. che attraverso il loro legale, l’avvocato Eugenio Galassi, ora, si sono già rivolti alla Polizia ed hanno denunciato il furto per chiedere che vengano acquisite le telecamere di videosorveglianza dell’Atm dove sono stati prelevati i soldi. Il fatto sarebbe successo il 3 dicembre, all’indomani della morte. I familiari se ne sono accorti subito, leggendo il messaggio arrivato sul telefonino del figlio che lo avvisava di quel prelievo.

Le indagini della Polizia si concentrano adesso su una ristretta cerchia di persone che nelle ore precedenti potevano stare in compagnia del 40enne e che subito dopo hanno potuto approfittare del malore, purtroppo, per prendere il bancoposta e fare quel prelievo così ingente in tempi ristretti. Già acquisiti dagli investigatori sia le immagini dell’ufficio postale dov’è stata usata la carta, sia il telefonino di V.G. per estrapolare tutti i suoi contatti, che potrebbero portare presto a scoprire l’identità del responsabile, ma anche il nome del suo rifornitore quello che probabilmente poteva avere un credito di droga da 600 euro.

Il 40enne lo scorso lunedì è stato ritrovato ormai senza vita nel letto della casa nel quartiere San Berardo che divideva con altri due uomini. E’ stato il magistrato di turno a disporre l’autopsia dalla quale sono emerse tracce inequivocabili di cocaina, con ulteriori analisi di laboratorio ancora da attendere. A dare l’allarme era stato, quella mattina, intorno alle 10, proprio un compagno di casa, che non vedendolo uscire dalla sua camera, si era insospettito. Ha cominciato a bussare alla porta e quando nessuno ha risposto, è entrato. Sul posto è arrivato poi il personale sanitario del 118 che non ha potuto far nulla, ma solo constatarne il decesso. Anche gli agenti di Polizia della volante hanno poi confermato che V.G. gravitava nel mondo della tossicodipendenza e che nella casa in cui abitava c’erano altre persone note come tossicodipendenti. In ogni caso, nella sua camera non c’erano tracce di sostanze stupefacenti. Ora, però, c’è altro da chiarire: chi ha usato il suo bancoposta? e perché lo ha fatto? Domande che aprono un altro scenario.
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