Il villaggio rifugio delle streghe, dal 2011 uccise 107 donne accusate di “magia nera”

Il villaggio rifugio delle streghe, dal 2011 uccise 107 donne accusate di magia nera
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Lunedì 9 Dicembre 2019, 15:38

Khasiapara, in mezzo a una foresta nello stato indiano dell'Assam, è il villaggio delle strege. Qui trovano rifugio le donne minacciate e cacciate dai loro paesi con l'accusa di praticare la stregoneria. Secondo il quotidiano The Hindustan Times, l'area è stata ribattezzata «Dainigaon», il villaggio delle streghe, perché oggi almeno venti donne accusate di stregoneria ci vivono con le loro famiglie, e perché spesso qui vengono a cercare protezione altre donne in fuga per lo stesso marchio di infamia.

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«Nei nostri villaggi - raccontano - ogni volta che qualcosa va male, un raccolto insufficiente, una malattia, un incidente, la colpa viene addossata a una malcapitata additata come strega. E la vita diventa impossibile». Le prime «streghe» arrivarono a Dainigaon una ventina di anni fa: «Non ci interroghiamo su come sia oggi la vita nei luoghi che abbiamo lasciato, ci accontentiamo di vivere qui indisturbate», dicono. L'Assam è uno degli Stati indiani in cui la credenza nella stregoneria è ancora molto viva, e dove si registra il più alto numero di casi di caccia alle streghe, con atti violenti che finiscono spesso con la morte della vittima: dal 2011 a oggi, 107 donne sono state uccise per il sospetto di esercitare pratiche di stregoneria. L'assemblea legislativa regionale ha approvato nel 2015 un decreto che istituisce pene severe per i colpevoli di caccia alla strega: un reato che non prevede la libertà su cauzione o attenuanti. «Ma molti poliziotti ne ignorano l'esistenza», denuncia Dibyaiyoti Saikia, un attivista in prima linea nella battaglia contro la caccia alle streghe.

Secondo la polizia ogni anno in India più di 150 donne muoiono perché sospettate di stregoneria da parenti o conoscenti.

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Donne bruciate, torturate, accoltellate e sepolte vive, accusate di aver fatto il malocchio, di aver inquinato i pozzi e fatto ammalare qualcuno. Dietro a tutto questo si nascondono vendette, gelosie, beghe per terreni. Nello Stato dell’Assam le mogli devono chiedere ancora il permesso ai mariti per poter parlare e vengono ripudiate con estrema facilità. In alcuni casi le donne vengono obbligate a confessare reati mai commessi e costrette a mangiare escrementi. C’è un caso particolare in cui tre assassini hanno buttato due donne in un pozzo pieno di insetti con l’accusa di averli portati con un sortilegio, dopodiché le sono state interrate vive.

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