Tra le ipotesi più forti c’è quella di realizzare una piccola discarica di servizio in un quadrante - se fosse Falcognana, saremmo a sud, nel Municipio IX - e due o tre centri di stoccaggio provvisori, dove, secondo uno schema che indicò il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, conservare gli scarti per un massimo di due anni. In parallelo deve aumentare rapidamente - e su questo il Campidoglio per ora ha fallito - la raccolta differenziata. Deve aumentare sia in quantità (siamo ancora al 44 per cento), sia in qualità perché se si differenzia male, poi di quel 44 per cento una fetta consistente di materiale impuro va comunque in discarica (ad esempio a Civitavecchia). Se la raccolta differenziata finalmente avrà un incremento più importante del misero 2 per cento all’anno su cui ci si è attestata l’Ama, allora diminuirà drasticamente la fame di discariche.
Ma chi sarà il «soggetto attuatore», colui che avrà l’ingrato compito di gestire l’applicazione dell’ordinanza della Regione? Detto che la scelta dell’area o delle aree alla fine sarà del governatore, ma sulla base del lavoro della commissione dei tecnici, per il ruolo di commissario (è una semplificazione) ci sono due nomi in cima alla lista. Il primo, come scelta quasi automatica, è quello della dirigente del settore rifiuti, Flaminia Tosini che insieme alle due colleghe di Roma Capitale e Città Metropolitana ha fatto parte della commissione. Il secondo invece è quello di un esterno, una figura super partes: si parla di Vincenzo Conte, 63 anni, ufficiale dei carabinieri, dirigente del Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del consiglio dei ministri, che ha nel lungo elenco degli incarichi svolti in passato quello di amministratore unico di Lazio Ambiente tra il 2012 e il 2015. Appare più complicata invece la scelta dell’attuale presidente di Lazio Ambiente, Daniele Fortini.
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