Parco Vasco de Gama, indagine della Corte dei Conti: danno da 850 mila euro

Parco Vasco de Gama, indagine della Corte dei Conti: danno da 850 mila euro
di Vittorio Buongiorno
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Sabato 7 Dicembre 2019, 13:56 - Ultimo aggiornamento: 15:39

La revoca del finanziamento dell’Unione Europea decisa dalla Regione per il Parco Vasco de Gama al lido di Latina è scaturita da una inchiesta della Corte dei Conti. Il fascicolo è stato innescato da una indagine che ha portato il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza ad acquisire nel dicembre 2018 tutte le carte relative al progetto e al finanziamento europeo.

«Alla luce delle risultanze investigative emerge - spiegano gli inquirenti - che è configurabile un pregiudizio alle pubbliche finanze pari a complessivi 850 mila euro». I magistrati contabili per questo hanno invitato a dedurre in un primo momento cinque tra ex amministratori, ex dirigenti e ex funzionari del Comune di Latina, e - è notizia di pochi giorni fa - anche altri amministratori e dirigenti che si sono succeduti dal 2016 ad oggi.

Il primo invito a dedurre vede coinvolti gli ex dirigenti dei Lavori Pubblici Lorenzo Le Donne e Giovanni Della Penna, l’ex commissario prefettizio Giacomo Barbato, l’ex dirigente al Patrimonio Elena Lusena, e da ultimo l’ex sindaco Giovanni Di Giorgi, anche se gli inquirenti fanno notare che «venne sfiduciato il 4 giugno del 2015, ovvero sei mesi prima del collaudo del Parco effettuato il 25 novembre 2015». All’esito delle memorie e degli interrogatori dei cinque la Procura contabile ha però deciso di invitare a fornire chiarimenti anche altre tredici persone, ovvero l’attuale sindaco Damiano Coletta, il segretario generale Rosa Iovinella, l’ex assessore Gianfranco Buttarelli e l’attuale assessore ai Lavori Pubblici e al Decoro Emilio Ranieri, oltre ad altri nove dirigenti, alcuni dei quali non sono però più in servizio.



Questi ultimi sono stati chiamati in causa da ex amministratori ed ec dirigenti perché tra l'altro il parco Vasco De Gama non solo non è stato ultimato, non solo non è fruibile, ma dopo essere stato vandalizzato non è mai stato messo a posto. Lo attesta tra l’altro un sopralluogo che i militari del Nucleo di polizia economico e finanziaria hanno effettuato nel febbraio scorso al Lido di Latina in cui viene «accertato e documentario che il parco attrezzato è allo stato dei fatti completamente inutilizzabile». Situazione che era già stata acclarata il 10 febbraio 2017 nel corso di un altro sopralluogo - questa volta dei funzionari comunali - come risulta dalle carte dell’inchiesta.

L’attuale amministrazione ha annunciato che impugnerà la revoca del finanziamento disposta dalla Regione ritenendo che gli atti vandalici hanno vanificato il lavoroe impedito di attuare gli interventi previsti nell’ultimo anno con due atti che prevedevano lavori di straordinaria manutenzione (tra cui anche una recinzione "importante" intorno al parco attrezzato) che però sono rimasti lettera morta, malgrado i fondi per i lavori.

Amministratori e funzionari coinvolti rischiano di essere chiamati a rispondere sia per l’omessa manutenzione, sia per il mancato avvio della gestione del Parco, oltre ovviamente per una presunta responsabilità di danno erariale visto che l’intervento non ha conseguito le finalità pubbliche per le quali era stato finanziato, «disattendendo i vincoli di destinazione, operatività e stabilità dell’operazione in base ai quali il parco avrebbe dovuto essere funzionante e in uso per almeno 5 anni a far data dal 2015». 

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