Fora: «Rappresenterò i tanti che non hanno votato Pd. Italia Viva? Anche lì ho tanti amici»

Andrea Fora
di Federico Fabrizi
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Sabato 7 Dicembre 2019, 12:29
PERUGIA - Andrea Fora dai banchi dell’opposizione del consiglio regionale pungola il Pd: «Basta passato», e guarda a Italia Viva: «Lì ci sono tanti che mi hanno sostenuto».
Fora, dov’era giovedì? Confessi, è stato avvistato ad Assisi all’assemblea di fondazione di Italia Viva in Umbria.
«Sì è vero, sono andato all’assemblea di Italia Viva perché lì c’erano tante persone che da luglio a settembre hanno espresso apprezzamento per la mia candidatura a presidente di Regione e che poi mi hanno supportato in campagna elettorale: mi è sembrato normale ringraziarli e ascoltare».
A proposito di ascolto... che idea s’è fatto?
«Credo che tutti che nel centrosinistra dovremmo sforzarci di guardare al futuro e non al passato. Purtroppo noto una tendenza a discutere dei problemi e degli assetti dai quali si proviene». 
Fora, ad ascoltare lei ed il Pd, anche nel giorno della prima riunione del consiglio regionale, si nota un certa distanza.
«Il capogruppo del Pd Tommaso Bori ha fatto un buon intervento legato alla sua storia e a quella del suo partito. Io penso di dover rappresentare le ragioni e i toni dei tantissimi che non hanno votato il Pd e non hanno votato la nostra coalizione. Se perdi col 20 per cento di scarto devi interrogarti su come riconquistare il consenso e su come parlare ai tanti che hanno votato la Lega non per convinzione ma solo per dare un segno di discontinuità». Bell’idea. Ma come si fa?
«Stando sui contenutie e non sulla critica a prescindere. E quanto ai partiti di centrosinistra anche ragionando sugli errori commessi». 
Fora, insomma, come va col Pd?
«Col Pd ci unisce il progetto sul quale i cittadini c’hanno votato: è un valore più importate di qualsiasi tatticismo. Dobbiamo stare insieme per risolvere i problemi delle persone. In questa fase non ho chiesto ruoli apicali, avevo espresso l’auspicio di un segnale di maggior rinnovamento da parte del Pd, invece sono prevalse necessità di visibilità di alcuni: va bene, ma resta fondamentale non dividersi. La gente non capirebbe, non ne può più di questo».
E con Bianconi come va? In consiglio siede seduti vicini, ma con un paio di banchi vuoti a dividervi.
«Stare uniti sul progetto vale a maggior ragione con Vincenzo. A differenza che col Pd, con lui non c’è stata alcuna dialettica: ha assunto una decisione del tutto personale di diventare terzo rispetto alle liste della coalizione, però ha confermato di partecipare alla minoranza: sono certo che staremo insieme sulle cose da fare».
A proposito della lista-progetto di Andrea Fora, che fine farà?
«La lista civica ha fatto un buon risultato: a Perugia, ad esempio, abbiamo preso quasi il 6 per cento, quasi quanto il M5S. Ma ci sono ancora potenzialità sul piano politico: c’è uno spazio enorme a sinistra della Lega e oltre il Pd che può essere riempito di contenuti».
Quali contenuti?
«Meritocrazia, famiglia, innovazione, sviluppo contrapposto ad assistenzialismo, uso dei fondi pubblici proficuo e non finalizzato ad alimentare il consenso... C’è uno spazio occupato da tanti movimenti: dalle sardine all’associazionismo cattolico, penso a Demos, lì i cittadini possono identificarsi in un cambiamento vero e civico, non in quello proclamato dagli slogan di Salvini e lì il centrosinistra ha tanto da costruire». 
Fora, in quello spazio c’è anche Renzi... qualcuno s’è fatto avanti?
«Insieme agli altri candidati della lista stiamo lavorando e a breve, pensiamo di trasformare l’esperienza della lista civica in un’associazione strutturata nei territori per farli entrare a Palazzo Cesaroni e ci radicheremo su una forte identità valoriale... poi non sono sprovveduto e penso che prima o poi tutto questo lavoro potrà assumere un’identità politica ma sinceramente non è un tema che oggi sta nel mio ordine del giorno».
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