Aria di crisi a Monteverde, consigliera M5S lascia e passa al Misto: «Altri abbandoneranno»

Aria di crisi a Monteverde, consigliera M5S lascia e passa al Misto: «Altri abbandoneranno»
di Stefania Piras
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Venerdì 6 Dicembre 2019, 18:29
Negli ultimi tempi non veniva neanche più invitata alle riunioni di maggioranza Francesca Benevento. Lei aveva denunciato la minisindaca Silvia Crescimanno (compagna del presidente della Commissione capitolina Ambiente Daniele Diaco) e da quel momento le tensioni si erano fatte crescenti. Fino all'altro ieri quando Benevento ha deciso di dire addio al M5S  e di trasferirsi al Gruppo Misto. E confida che altri due colleghi del M5S sarebbero pronti a seguirla. Si tratterebbe dei consiglieri Bisenti e Quaresima a Monteverde dove a quel punto la maggioranza potrebbe ballare pericolosamente. Poi ci sarebbero ache due consiglieri al Municipio IX. Con un lungo post su Facebook ha comunicato la sua decisione. 

Benevento, oltre a sentirsi in contrasto con l'amministrazione M5S del Municipio XII, fa un ragionamento complessivo contro i vertici nazionali grillini. «Sta arrivando il Nuovo Anno, arriva il cambiamento, per cui con l'arrivo del nuovo è bene gettare via il vecchio per fare spazio al nuovo. Lascio il gruppo di maggioranza del municipio. Un gruppo che non mi rappresenta, poiché inerme, tacito ed obbediente ai dettami di chiunque senza un briciole di onestà intellettuale», comincia così il post di addio di Benevento. «Ritengo di svolgere il mio lavoro più proficuamente dall’esterno di un gruppo di cui non condivido alcunchè - prosegue Benevento in un attacco frontale -  Un gruppo quello municipale che, su indicazione della Presidente del Municipio, revoca la sua capogruppo, perchè fedele alla legge ed ai principi originari del m5s associazione del 2009.
Segni tangibili di distacco dal gruppo sono iniziati quando da capogruppo ho autorizzato il voto segreto, seguendo da pubblico ufficiale la legge, il regolamento comunale, il TUEL e sentenze di consiglio di stato, ma per questo gruppo la legge deve piegarsi alla politica (quando questa ostacola i propri interessi), venendo così meno al principio di gerarchia delle fonti. Non conoscono le basi dell’attività amministrativa e svolgono la res pubblica come se fosse cosa privata. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, oltre alla violenza privata ad opera di alcuni consiglieri, coperta da tutti gli altri e dalla presidente, è stato il silenzio anche della Sindaca sulla vicenda di bullismo e mobbing ai miei danni effettuata dall’ufficio di presidenza, emersa dal mancato invito ad una riunione
».

«Credo in uno stato di diritto e nell’autodeterminazione, intendo pertanto prendere le distanze da un partito bigotto che ha tradito se stesso e gli elettori, in cui l’unico parametro di giudizio è il profitto di una società privata, un partito in cui i portavoce si sono fatti più politici e più ipocriti dei precedenti, in nome della vendita del loro prodotto commerciale. Sono lontani i tempi della nascita della carta costituzionale in cui il politico era il faro della comunità, in quanto detentore dei più alti valori di tutela della società; oggi invece i peggiori si riversano in politica, quella più bieca», conclude la consigliera.
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