Guardare al futuro per disegnare la strada giusta, un impegno per le nuove generazioni ma non solo. Il punto di partenza c'è: l'Agenda 2030 sottoscritta da 193 Paesi tra cui l'Italia, un programma di azione articolato in 17 obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro 11 anni. «Le foto – ha spiegato Enrico Giovannini - non rappresentano solo di disastri, ma anche opportunità. Il messaggio che si vuole dare attraverso il libro è far capire che abbiamo tanti strumenti per salvare il mondo. Bisogna sempre impegnarsi: un'unica visione negativa non ci porterà a salvarci. Dobbiamo informarci e capire, per questo è stato messo a disposizione dei docenti anche un corso online sul sito dell'Indire proprio per l'Agenda 2030. Attraverso le immagini di questo libro, che presentiamo oggi, i ragazzi possono scoprire che le risorse e le opportunità ci sono: il 2030 è il loro futuro e non è affatto lontano».
Sulle energie sostenibili è stato sottolineato l'impegno di Enel: «E' arrivato il momento di agire – ha dichiarato ai giovani presenti nel teatro del Morgagni, la Presidente di Enel Patrizia Grieco – in questi ultimi tempi sono state tante le dichiarazioni e le prese di posizione ma ormai non è più tempo di parlar: è arrivato il momento di fare qualcosa. Mi chiedo spesso che mondo lascio? Enel è fortemente impegnata sulle rinnovabili che, 10 anni fa, avevano bisogno di sussidi importanti e oggi invece sono molto più competitive di qualsiasi forma di energia grazie proprio a quei sussidi che le hanno supportate. E su questo abbiamo appena rilanciato un piano in cui inseriremo 28,7 miliardi».
LE LEZIONI
Lo sviluppo sostenibile, sempre di più, entra a far parte delle lezioni scolastiche come avviene già al Morgagni, con tanti progetti e un impegno costante di docenti e ragazzi, e in tante altre scuole. «Possiamo dare un grande esempio al resto del mondo - ha sottolineato il ministro Fioramonti - non dobbiamo sempre imparare dagli altri: questa volta possiamo dare noi l'esempio. Un cittadino responsabile in questo secolo è un cittadino sostenibile. Dobbiamo introdurre un nuovo modo di pensare che sia sistematico. Una grande rivoluzione sarebbe se lo sviluppo sostenibile iniziasse a rientrare, ad esempio, quando studiamo geografia».
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