Messi, un pallone d'oro sgonfio

Messi, un pallone d'oro sgonfio
di Romolo Buffoni
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Martedì 3 Dicembre 2019, 10:00
Leo Messi è il calciatore più forte del mondo. In molti lo pensano e chi non lo pensa mette comunque l’argentino sul secondo gradino del podio, dietro Cristiano Ronaldo. Non servono concorsi o premi per stabilire ciò che è chiaro in questa epoca calcistica, baciata dalla fortuna di potere vedere in azione due autentici fuoriclasse. Il Pallone d’oro che i giurati di France Football hanno assegnato al numero 10 del Barcellona, consegnato alla Pulce ieri nella cerimonia organizzata nel teatro Chatelet di Parigi (con lui c’erano la moglie Antonella Roccuzzo e i loro tre figli), è perciò un pallone sgonfio di significato. Il premio, tornato di competenza giornalistica dopo la parentesi sotto l’ala della Fifa, va a chi nella stagione ha compiuto imprese straordinarie. Per questo in lizza c’era mezzo Liverpool campione d’Europa, che per alzare la Champions a Madrid lo scorso giugno aveva asfaltato per 4-0 proprio il Barcellona di Messi, che ad Anfield Road ha vissuto una delle pagine più nere della sua carriera. Alisson come Yashin? van Dijk (secondo) come Beckenbauer? Salah o Manè come Keegan? Niente, nulla da fare. I tre Reds, che hanno perso la Premier League per un punto di svantaggio nei confronti del Manchester City (in uno strepitoso 98 a 97), non sono stati premiati come lo fu 12 mesi fa Luka Modric, vice campione del mondo con la Croazia e vincente della “sola” Champions League con il Real Madrid. A Messi, dunque, è bastato vincere la Liga con il Barça per avere la meglio sulla concorrenza. Se vogliamo trovare un appiglio più convincente, c’è stato il sesto trionfo nella Scarpa d’oro vinta grazie ai 36 gol realizzati in campionato. «Mai smettere di sognare - ha detto l’argentino - . Ringrazio Dio, sono molto fortunato, sono benedetto perché adoro il calcio. Ho ancora qualche anno, poi dovrò abbandonarlo e sarà difficile, il tempo passa molto velocemente». E Cristiano Ronaldo? L’anno scorso secondo alle spalle del suo ex compagno di squadra nelle Merengues, stavolta è finito al terzo posto. Poco, a quanto pare, è valso lo scudetto vinto con la Juventus dal portoghese, che ha puntualmente disertato la cerimonia parigina. Non si fa fatica ad immaginare il suo umore, visto che ora è in svantaggio nel conteggio dei Palloni d’oro che vede Messi avanti per 6 a 5.
DE LIGT MIGLIOR UNDER 21
I tifosi juventini posso consolarsi con il successo del difensore olandese de Ligt, che ha vinto il trofeo Raymond Kopa (il Pallone d’oro degli under 21) ricevuto dalle mani del vincitore dell’anno scorso, il francese del Psg Mbappé. Ad Alisson, che oltre alla Champions ha vinto la Coppa America col Brasile, è andato, manco a dirlo, il primo Trofeo Yaschin, il riconoscimento intitolato al grande portiere dell’Urss unico numero 1 vincitore del Pallone d’oro. Alisson ha vinto davanti a Ter Stegen (Barcellona) e Ederson (Manchester City) suo vice nella Seleçao. Il Pallone d’oro femminile ha invece rispettato i “canoni” dei risultati ottenuti: è andato alla statunitense Megan Rapinoe, campione del mondo con gli Usa.
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