Ronaldo-Dybala-Higuain contro Lu-La: quando l'abbondanza non fa rima con sostanza

Lautaro Martinez e Romelu Lukaku
di Gianfranco Teotino
2 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Dicembre 2019, 10:30
Sarà perché offeso dalla notizia, nell’aria ormai da giorni, dell’assegnazione a Messi del Pallone d’oro, sarà perché, da grande imprenditore di se stesso, come in tutti gli anni che prevedono la disputa di Europei o Mondiali sta calibrando la sua condizione in modo da essere al meglio a fine stagione, resta il fatto che Sarri finora ha potuto disporre di un Ronaldo ben lontano dall’essere CR7. Sì, ieri è tornato a segnare, ma dal dischetto, trasformando un rigore che altri avevano provveduto a conquistare. Nel secondo tempo ha anche in qualche modo partecipato a una partita che per 45 minuti aveva seguito quasi solo da spettatore privilegiato. Sarri alla fine l’ha difeso, come era giusto facesse, descrivendolo in miglioramento, così come nelle scorse settimane l’aveva protetto parlando di un infortunio piuttosto misterioso. Certo, CR7 è un giocatore speciale e come tale deve essere trattato, ma non fino al punto da compromettere il cammino di una squadra partita per vincere tutto.

SENZA L’HD
Il problema è che la presenza di Ronaldo comporta l’esclusione di uno fra Higuain e Dybala, una turnazione che finora è stata programmata con il bilancino, mentre ieri si è capito, una volta di più, che in questo momento Dybala è l’unico veramente insostituibile. Vero che anche il Pipa è spesso determinante per la sua capacità di riempire l’area, ma il suo contributo di gol (4) finora è stato insufficiente. Il trio Cristiano-Dybala-Higuain ha messo insieme solo 14 gol rispetto ai 18 della coppia Lukaku-Lautaro.

LU-LA METTONO LA FRECCIA
C’è molto di questo differente rendimento degli attaccanti nel sorpasso non del tutto inatteso operato ieri dall’Inter. Conte ha trovato una coppia perfetta, tradizionale nella composizione - un attaccante di peso e un altro più agile e tecnico - ma rivoluzionaria nel suo impiego: è il più rapido, Lautaro, a giocare al centro mentre il più potente, Lukaku, gli gira intorno, partendo spesso addirittura dalla fascia. In questo momento, poi, l’Inter mostra di credere nel gioco di Conte più di quanto la Juventus non creda nel gioco di Sarri. C’è negli atteggiamenti e nei movimenti dei calciatori nerazzurri quella sicurezza che uno piuttosto si aspetterebbe di vedere in una squadra che è reduce da otto scudetti consecutivi. E invece la Juventus soffre gli episodi sfavorevoli della partita - tipo un rigore negato o una papera di un difensore o del portiere - molto più di quanto li soffra l’Inter. Oggi. Poi magari Inter-Roma e Lazio-Juventus nel prossimo week end racconteranno una storia diversa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA