Gender gap sul lavoro, l'Italia peggiore in Europa dopo Malta

Gender gap sul lavoro, l'Italia peggiore in Europa dopo Malta
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Sabato 30 Novembre 2019, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 19:02

Gender gap sul lavoro: l'Italia agli ultimi posti in Europa per differenza tra uomini e donne nel mondo. Peggio del nostro paese c'è solo Malta. Cresce la percentuale delle donne italiane al lavoro ma il divario con l'Europa è ancora amplissimo: nel 2018 - come risulta da Eurostat - le donne attive nel mercato del lavoro (occupate e disoccupate) tra i 15 e i 64 anni erano solo il 56,2% del totale a fronte del 68,3% medio in Ue, il dato peggiore in assoluto. Il gap tra uomini e donne sull'attività in Italia è a 18,9 punti, il peggiore dopo Malta. Se si guarda invece alle donne occupate in Italia sono il 49,5% di quelle in età da lavoro, il peggiore dopo la Grecia e circa 13,9 punti inferiore alla media Ue.

Tra il 2009 e il 2018 c'è stata una crescita consistente per l'attività delle donne sul mercato italiano passata, sempre nella fascia tra i 15 e i 64 anni dal 51,1% al 56,2% (da 64% al 68,3% nell'Unione europea) ma resta comunque inferiore al 50% la quota delle donne occupate. Lavora infatti solo il 49,5% delle donne dal 46,4% del 2009 con appena 3,1 punti di crescita a fronte degli oltre cinque della media Ue. Se poi si guarda alla fascia tra i 25 e i 54 anni, quella centrale per il mercato del lavoro, le donne occupate in Italia sono appena il 59,4%, il dato peggiore dopo la Grecia (74,7% la media Ue), con un avanzamento di appena tre decimi di punto sul 2009 (3,3 punti la media Ue).

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In Italia oltre una persona su cinque tra i 25 e i 54 anni (il 22,1%) è fuori dal mercato del lavoro, quindi non è occupata e non cerca impiego, il dato più alto nell'Ue, ma la percentuale per le donne sale al 32,6%, al top in Europa. In pratica quasi una donna su tre è a casa e non interessata a entrare nel mercato mentre la media europea è inferiore al 20%. In Europa circa la metà delle donne che è fuori dal mercato del lavoro dichiara che è in questa situazione per le responsabilità familiari. È aumentato in modo consistente soprattutto il tasso di attività per la fascia più anziana, quella tra i 55 e i 64 anni: in Ue tra il 2002 e il 2018 ha guadagnato in media 21 punti, dal 41% al 62% mentre in Italia è avanzato di 22,5 punti (dal 34,5% al 57%), soprattutto grazie alla stretta sull'accesso al pensionamento. L'aumento dei requisiti per le donne ha portato ad un aumento del tasso di attività delle donne tra i 55 e i 64 anni dal 18,1% al 46,1% mentre per le donne occupate il passaggio è stato dal 17,3% del 2002 al 43,9% del 2008. Se si guarda ai dati del secondo trimestre del 2019 il tasso di attività delle donne italiane è aumentato ulteriormente raggiungendo il 56,8%, ma resta il più basso in Ue con oltre il 43% delle donne in età da lavoro fuori dal mercato. Tra i 25 e i 54 anni sono nel mercato il 68,3% delle donne italiane (l'80,5% è attiva in Ue) mentre quasi un terzo resta inattivo.

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