I fatti risalgono al 30 marzo del 2017 quando Arduini, in preda ad una crisi respiratoria, è stato accompagnato dai familiari presso il Pronto soccorso dello Spaziani. Una volta sottoposto alle cure del caso è stato rimandato a casa. Nello stesso giorno però le sue condizioni sono peggiorate, quindi è stato riaccompagnato in ospedale e tenuto sotto osservazione. Nelle ore successive è stato dimesso per la seconda volta. Tornato a casa si è sentito male ancora una volta, quindi c'è stata l'ennesima corsa in ospedale, ma in questo caso, purtroppo, non c'è stato nulla da fare. Il bidello di Ferentino è morto in ambulanza prima di arrivare all'ospedale Spaziani.
A seguito della denuncia dei familiari, la Procura, nella persona del sostituto Barbara Trotta, ha iscritto sul registro degli indagati, per l'ipotesi di omicidio colposo, due medici - G.C. di 63 anni ed L.G. una dottoressa di 52 anni - ai quali è stata contestata la mancata diagnosi di un infarto.
Nel corso dell'udienza di ieri, il legale dei due medici, l'avvocato Nicola Ottaviani, ha depositato la consulenza tecnica di parte affidata al professore Francesco Fedele dell'università La Sapienza. Secondo il consulente della difesa i due medici avrebbero svolto tutti gli accertamenti previsti e non sarebbero stati loro a completare il percorso terapeutico che ha poi portato alle dimissioni in seguito ai due accessi al Pronto soccorso. Dimissioni che sarebbero state firmate da altri medici.
Alla luce di quanto emerso dalla consulenza della difesa, il gup Bracaglia Morante ha disposto un supplemento d'indagine per stabilire, attraverso l'acquisizione dei turni di servizio del giorno in cui morì il bidello, chi si occupò delle dimissioni del paziente. L'udienza, per l'esame della richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura, è stata aggiornata al prossimo 20 dicembre.
Le parte civili, la moglie e i due figli di Mario Arduini, sono rappresentate dagli avvocati Giampiero Velluci, Claudio Coccia e Angelo Galanti.
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