Lei rischia più di lui nel tragitto tra casa e il lavoro: ecco perché

Lei rischia più di lui nel tragitto tra casa e il lavoro: ecco perché
di Carla Massi
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Venerdì 29 Novembre 2019, 08:55

 Gli infortuni sul lavoro riguardano più gli uomini delle donne, 67% contro 33%. Ma sono in controtendenza le denunce per infortuni in itinere, che riguardano soprattutto le donne (22,7% contro il 10,4% del totale degli infortuni) e che potrebbero essere dovuti a tragitti casa-lavoro più complessi per unificare più percorsi, dovendo gestire casa, bambini, anziani, o al ridotto numero di ore di sonno, con ricadute in termini di incidenti stradali.

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È quanto emerge dal Libro bianco 'Dalla Medicina di genere alla Medicina di precisionè, realizzato da Fondazione Onda grazie al supporto di Farmindustria, presentato oggi a Roma.

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La diversità tra uomo e donna si può riflettere in diverse condizioni di salute. Le donne, ad esempio, soffrono di depressione da 2 a 3 volte più degli uomini, non solo per fattori biologici, quali il ciclo ormonale e l'effetto degli estrogeni, ma anche sociali, come il multitasking femminile e il conseguente stress e la violenza di genere.

Al contrario, le malattie cardiovascolari, considerate quasi esclusivamente appannaggio del sesso maschile, che in effetti ne è più colpito (4,9% vs 3,5%), rappresentano la prima causa di morte delle donne (48% vs 38% per gli uomini).

Alla base, c'è innanzitutto un impatto maggiore di alcuni fattori di rischio, quali fumo e diabete che ne causa una prognosi peggiore. Seppur le donne fumino in media meno degli uomini (14,9% vs 24,8%), a loro basta fumare un terzo delle sigarette 'maschilì per avere lo stesso rischio cardiovascolare; inoltre, la donna con diabete ha un rischio cardiovascolare superiore del 44% rispetto all'uomo con pari compenso glicemico. Anche la maggior prevalenza femminile di malattie autoimmuni ed endocrine (da 2 a 50 volte più frequenti nelle donne), depressione e stress associato al nuovo ruolo sociale della donna concorrono al maggior impatto delle malattie cardiovascolari.

 «La medicina di genere - afferma Francesca Merzagora, presidente Fondazione Onda - non va intesa come una branca della medicina, ma come un approccio da applicare a tutte le discipline mediche, tra le quali anche la medicina del lavoro. Questo volume delinea un quadro sulla sua evoluzione e applicazione, non solo in Italia, in diversi ambiti: clinico, farmacologico, accademico, sanitario e sociale. Pubblicarlo nell'anno di emanazione del Piano per l'applicazione e diffusione della medicina di genere, è motivo di soddisfazione. Equità di accesso alle cure e sostenibilità del Ssn richiedono che donna e uomo siano considerati nella loro specificità».

«Cure sempre più mirate e personalizzate, per la donna e per l'uomo. È questa la frontiera della ricerca farmaceutica - aggiunge Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria - basti pensare che oggi il 42% dei medicinali in sviluppo è indirizzato alla medicina di precisione, dato che sale al 73% considerando solo quelli antineoplastici. Ecco perché è importante partire dallo studio delle differenze di genere per arrivare a risposte cucite su misura sulla specifica persona».

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