Rifiuti, il no dei grillini ferma Raggi sulla discarica: il commissariamento si avvicina

Raggi alle strette trova la discarica: la grana impianti
di Simone Canettieri e Francesco Pacifico
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Mercoledì 27 Novembre 2019, 00:24 - Ultimo aggiornamento: 07:42

Si ricomincia da capo. Nel cuore della notte la Capitale si trova a un passo dall’emergenza rifiuti e soprattutto il commissariamento di Virginia Raggi sembra sempre più vicino. Sotto le minacce di dimissioni e veti incrociati dei territori sfuma, dopo ore di riunioni, la possibilità che la discarica di servizio sorga a Falcognana nel Comune di Roma. «Non c’è una soluzione», ammettono poco prima della mezzanotte dal Campidoglio. Al momento c’è solo un dato: il M5S dice no a un centro di stoccaggio e anche, appunto, a una discarica. La decisione della Regione Lazio appare inevitabile: dovrà sostituirsi all’amministrazione capitolina.

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Eppure alla fine la sindaca Virginia Raggi sembrava essersi convinta. Era pronta a dare il via libera a una discarica di servizio nel Comune di Roma per evitare l’emergenza rifiuti e dunque il commissariamento. Allo stesso tempo però il piano del Comune prevedeva anche la chiusura o il ridimensionamento dell’impianto di trattamento rifiuti di Rocca Cencia, nella periferia Est della città.

LO STOP
Sembrava la volta buona. La sindaca Raggi aveva riunito per ore i presidenti dei municipi grillini. Alla fine questa soluzione era stata messa ai voti: la discarica indicata si trova sull’Ardeatina, nella frazione di Falcognana, non lontano dal santuario del Divino Amore. Ma in tarda notte, dopo una pausa, è arrivato il ripensamento. Si apre così uno scontro istituzionale che tutti però vogliono evitare, anche in virtù delle ripercussioni che avrebbe sul governo giallorosso.
In questa ottica Zingaretti avrebbe respinto l’ipotesi suggerita in Regione di nominare come “commissario” la stessa Raggi per vincolarla alle sue responsabilità.

In questa partita ci sono altri attori che rimangono in silenzio, pur osservando con la massima attenzione gli esiti della trattativa. Il primo di questi è sicuramente il ministro Sergio Costa. Il titolare dell’Ambiente pazienta ma ha dato mandato ai suoi tecnici di chiudere il prima possibile il dossier con il Comune. Anche il premier Conte segue con attenzione gli sviluppi di una vicenda che potenzialmente potrebbe essere devastante: se non si trova un accordo su come uscire dalla crisi, già da questa settimana la Capitale rischia di trovarsi nuovamente in emergenza.

Uno scenario che nessuno può permettersi, specie ora. Ma che sembra invece diventare realtà. Durante la riunione molto tesa di Raggi con i presidenti dei municipi pentastellati si era fatta largo anche un’altra soluzione. O meglio, si trattava di una forma di compensazione. Che suona così: via libera alla discarica, ma in cambio sarà chiuso, o fortemente depotenziato, il centro di trasferenza che si trova a Rocca Cencia accanto all’unico Tmb di Ama rimasto in funzione (quello del Salario andò in fiamme un anno fa). Questa decisione metterebbe però Raggi davanti a un altro bivio.

Infatti la Regione chiede sempre al Campidoglio di individuare ulteriori siti per la stessa trasferenza e i trasbordi. Cioè quelle attività che servono per trasferire i rifiuti dalla Comune di Roma agli impianti fuori dal territorio cittadino. Spiega un vecchio dirigente di Ama: «Mi viene da ridere quando sento parlare di discarica. Non perché non serva, ma perché facciamo fatica anche a individuare un semplice centro di trasbordo. Chiudere Rocca Cencia significherebbe ritardare tutte le lavorazioni e rallentare la polizia della città».

Intanto la situazione rifiuti in città sta toccando i livelli di guardia: molti cassonetti, in centro come in periferia, traboccano già da giorni. Soprattutto sul fronte della raccolta dell’organico, quello più attrattivo per topi, gabbiani e blatte. Situazioni che Raggi conosce bene perché periodicamente tornano a bussare alla sua porta. Ma questa volta non può permettersi di sottovalutare una situazione arrivata al limite. Anche perché il commissariamento sarebbe uno smacco per lei e un problema per Zingaretti, nella versione leader del Pd.

Proprio su questo fronte infatti Matteo Salvini annuncia battaglia e non sembra intenzionato a mollare la prese. D’altronde con un tema (i rifiuti) riesce ad attaccare Pd e M5S allo stesso tempo. Da segnalare, infine, l’imbarazzo sempre più forte del ministro Sergio Costa che in più occasioni ha provato a intervenire per aiutare la sindaca. Ma anche la sua pazienza sta per finire: l’ex generale dei carabinieri non è stato avvertito del tentativo del Campidoglio di portare l’immondizia a Civitavecchia. Dove non a caso si è presentato il leader della Lega.

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