Comandante dei vigili Di Maggio indagato dopo blitz a Tor Millina

Comandante dei vigili Di Maggio indagato dopo blitz a Tor Millina
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 21 Novembre 2019, 13:13 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 10:39
Un’operazione di sgombero contro tavolino selvaggio fa finire a processo il numero uno della Polizia di Roma Capitale. Il comandante dei vigili, Antonio Di Maggio, è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, lesioni e minacce per l’operazione del settembre 2014 sui ristoratori di via di Tor Millina, a un passo da piazza Navona, mentre rimuoveva, con quattro suoi uomini (finiti sempre a giudizio), tavoli e seggiole sistemate in strada abusivamente.

«Sono sereno – ha lasciato intendere il comandante –. Un filmato ricostruisce il nostro intervento, basta guardarlo». Aggiungendo che «proseguirò senza esitazione nell’attività di ripristino della legalità e del decoro nel nostro territorio». Per Di Maggio il decreto di rinvio a giudizio è stato disposto ieri dal gup Wilma Passamonti, dopo una iniziale richiesta di archiviazione delle accuse. Il giudice per l’udienza preliminare, infatti, ha accolto la ricostruzione del pm Antonio Clemente, che a sua volta aveva formulato la contestazione a seguito dell’imputazione coatta ordinata dal gip Maurizio Silvestri.

Di Maggio che all’epoca era vicecomandante del corpo e responsabile del gruppo emergenziale, sarà processato assieme al sindacalista Marco Milani e ad altri due colleghi, tutti presenti allo sgombero dei dehors abusivi. Alla bse dell’apertura del procedimento le denunce di sei ristoratori che avevano ritenuto le operazioni di sgombero «non pacifiche», ma con tavolini trascinati, sedie spinte senza motivo, bicchieri infranti, e che avevano provocato, a causa dello stress o di un calo di pressione, lo svenimento di una cameriera che lavorava in uno dei locali sottoposti ai provvedimenti.

Nell’ordinanza con cui il gip Silvestri ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Donatella Amicucci rigettando la richiesta di archiviazione della procura, ribadiva la necessità di «una verifica dibattimentale». «Un approfondimento in contraddittorio» per accertare, scriveva, «se e quali condotte violente e vessatorie furono commesse dagli indagati, se e quale incidenza la violenta rimozione dei tavoli della trattoria “Bibemus” ebbe sullo svilupparsi degli episodi successivi, e se e quale delle condotte sia suscettibile di acquistare autonoma rilevanza penale». Il blitz era stato immortalato da alcuni video.

Filmati al centro ora dei due opposti procedimenti: dell’oltraggio ai vigili da parte dei ristoratori già sotto processo e, all’opposto, dei presunti abusi dei caschi bianchi finiti ora a giudizio. «Oggi come ieri - ha chiarito Di Maggio - continuerò nella lotta all’abusivismo commerciale, nonostante siano stati proprio alcuni rappresentanti del settore a essersi ribellati a una attività mirata a far rispettare le leggi.
Certo che la conclusione di questa vicenda porterà chiarezza su questo spiacevole episodio».
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