Tiziano Ferro presenta Accetto Miracoli. E di Fedez dice: «Ho imparato a non rispondere alle offese»

Tiziano Ferro presenta Accetto Miracoli. E di Fedez dice: «Ho imparato a non rispondere alle offese»
di Mattia Marzi
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Giovedì 21 Novembre 2019, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 08:52

Sulla copertina del nuovo album, Accetto miracoli, in uscita domani, Tiziano Ferro è ritratto in bianco e nero con le spalle al muro: non come chi non ha più possibilità di scampo, ma come un uomo che a quasi 40 anni (li festeggerà il 21 febbraio) vuole concedersi una tregua. «C'è sempre un po' di inquietudine, me la porto dentro da quando ero ragazzino e gli altri mi bullizzavano perché ero grasso e mi piaceva studiare. Oggi sono cambiato. Ho imparato a non rispondere alle offese, anche quando arrivano da altri colleghi», dice presentando il disco. Il riferimento è a Fedez, che in una canzone del 2011 - Tutto il contrario - fece ironia sul suo orientamento sessuale («Una brutta parentesi, la scrissi a 19 anni», la replica del rapper, che ieri ha invitato Ferro a fare qualcosa insieme contro l'omofobia).

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Nelle nuove canzoni parla di conflitti e guerre personali: le ha vinte?
«Sì. E non provo più amarezza nei confronti del passato. Non ho mai avuto paura di affrontare certe battaglie».

L'ironia sul suo orientamento sessuale l'ha fatta soffrire?
«Quando la presa in giro coinvolge i sentimenti, ci rimango male. E il fatto che un idolo dei giovanissimi mi abbia attaccato su certe temi mi è sembrato un atto di bullismo».

La musica l'ha resa più forte?
«È sempre stato uno sfogo. Mi ha aiutato a risolvere delle crisi, come quella che ha portato alla nascita di questo album».

Dopo quasi vent'anni ha interrotto il sodalizio con il suo storico produttore, Michele Canova. Cercava nuovi stimoli?
«Sì, avevo bisogno che qualcuno mi spingesse a ritrovare l'ispirazione».

Merito di Timbaland?
«Mi ha fatto capire che posso ancora giocare con la musica. Lavorando con lui ho realizzato un vecchio sogno».

E l'amore, in tutto questo?
«Ha avuto un ruolo centrale. Con Victor (Allen, imprenditore conosciuto a Los Angeles - che ha sposato quest'anno, ndr) ho capito che il mio mondo stava cambiando. E ho deciso di raccontarlo».

Tra le varie ballate contenute nel disco ce n'è una particolarmente ispirata, In mezzo a questo inverno: a chi è dedicata?
«A mia nonna Margherita, che non c'è più. Con lei se ne è andata una parte importante della mia vita. È un pezzo così personale che ho voluto produrlo io: sarà il prossimo singolo».

E il duetto con Jovanotti?
«Quando uscì Jovanotti for president avevo 8 anni e ci andai in fissa. A Carnevale, quell'anno, mi travestii da Jovanotti».

Molte canzoni del disco portano la firma di Giordana Angi. Si parla di una sua possibile partecipazione a Sanremo con un pezzo scritto insieme: conferma?
«Le voglio bene, ma è impossibile: a Sanremo ci andrò come ospite e una cosa del genere va contro il regolamento, credo».

All'Ariston canterà o condurrà con Amadeus?
«Canterò. Ma non ho altri dettagli, dobbiamo ancora incontrarci».

In passato ha scritto diverse canzoni per altri interpreti: ci sono altre collaborazioni in arrivo?
«È una cosa che ho sempre fatto con entusiasmo, ma che non ha mai dato i risultati che mi aspettavo (non si è concretizzata la collaborazione come autore con Cesare Cremonini, che ha rifiutato un suo pezzo, ndr)».

Da Los Angeles segue le vicende italiane?
«Sì. Mi preoccupa la mancanza di civiltà quando si parla di certi argomenti, soprattutto da parte delle istituzioni».

La leggerezza del pop è l'arma migliore per combattere questi tempi cupi?
«Arriva dove filosofi, storici e politici non arrivano».

Della nuova generazione chi le piace?
«Ultimo. Nelle sue canzoni c'è sincerità».

A febbraio spegnerà quaranta candeline: racconterà questa fase della sua vita in un nuovo libro?
«Sicuramente traccerò una linea. Non so se con un libro o altro».

Il tour negli stadi dell'estate 2020 come sarà?
«Celebrativo. In scaletta ci saranno tutte le grandi hit. Vorrei che il prossimo fosse un anno speciale».
 

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